A lanciare il grido di allarme contro le nuove tecnologie questa volta sono gli esperti di scrittura, i bambini rispetto ai coetanei di decenni fa non sanno più scrivere a mano.
Dopo linguisti, psicologi e neurologi questa volta a gridare aiuto sono i grafologi che invitano esperti e educatori a far in modo che i ragazzi riprendano a scrivere a mano o avranno gravi carenze cognitive.
A parlare di questo problema (fonte Agi) è il presidente dell’Associazione grafologica italiana (Agi), Guglielmo Incerti Caselli secondo il quale “Una società che non sa più scrivere sarà formata da cittadini con deficit cognitivi, ridotta capacità critica, riflessiva, scarsa coordinazione motoria e un ridotto ventaglio di emozioni”. Secondo l’esperto grafologo la tastiera del computer è infatti asettica, mentre con l’inchiostro abbiamo la possibilità di esprimere i propri stati d’animo. La scrittura è un po’ come un’ impronta digitale, riesce a descrivere chi sei.
La grafia viene utilizzata, infatti, in diversi ambiti come ad esempio esiste la grafologia familiare e delle relazioni che analizzando la scrittura di lei e di lui è in grado di dire ai rispettivi partner quali sono i pregi di ciascuno sui quali puntare per migliorare il rapporto o anche la grafologia dell’orientamento e del lavoro in grado di stabilire le occupazioni verso le quali il soggetto è più portato e dovrebbe orientarsi.
Per i grafologi è importante trovare il giusto compromesso tra innovazione digitale e scrittura proprio per evitare che i ragazzi di oggi diventino adulti con seri problemi neurologici.
Serve quindi l’educazione del gesto grafico, insegnare la grafologia in età evolutiva, anche perché i numeri sono veramente allarmanti.
Secondo una recente indagine del MIUR sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) confrontando i numeri dei dati del 2013 con quelli del 2020 i dislessici sono passati da oltre 93 mila a 198 mila casi, mentre i casi di disgrafia sono passati da 30 mila a quasi centomila così come i bambini con discalculia (disturbo delle abilità aritmetiche) sono passati da 33 mila a oltre 108 mila.
Numeri disastrosi dovuti in parte anche al passaggio del covid che ha bloccato un anno le attività scolastiche ed accelerato l’utilizzo del computer e smartphone.
Un tema quello della scrittura manuale che va ripreso ed affrontato per far tornare i bambini a scrivere in maniera chiara e fluente come anni fa.
I bambini, quindi, scrivono poco e quando lo fanno scrivono anche molto male. Come avevamo anticipato (fonte TDS) uno studente su cinque fa fatica ad uscire dallo stampatello. Secondo il National Literacy Trust, in Inghilterra i più piccoli scrivono sempre meno. Uno studio su 76mila bambini dello scorso giugno ha mostrato come solo uno su dieci lo faccia a mano da solo ogni giorno, contro il 50% del 2009
Diverse le iniziative in Italia tra cui la nascita di un gruppo Parlamentare a difesa della penna e una proposta di istituire la “Settimana nazionale della scrittura a mano” (vedi testo completo) che ha l’obiettivo di puntare al riconoscimento della calligrafia come patrimonio dell’umanità Unesco, in un misto tra “sviluppo delle capacità cognitive” e difesa “di un elemento fondamentale della cultura italiana e occidentale”.
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