Ha fatto molto scalpore la decisione di alcuni sindaci di comuni del napoletano che stamattina, 6 febbraio, hanno deciso di chiudere le scuole per allarme maremoto, in seguito al disastroso sisma che ha colpito Turchia e Siria intorno alle 2 di notte arrivando a una magnitudo di 7.9.
In molti hanno contestato la decisione di questi primi cittadini, tra chi ha definito ridicola e immotivata la chiusura vista la lontananza geografica della Campania dalle coste in cui il pericolo era maggiore, e i molti genitori che hanno contestato le modalità con le quali è stata comunicata, causando disagi. Inoltre, come molti hanno sottolineato, l’allerta maremoto diramata dalla Protezione Civile italiana è rientrata molto prima dell’orario in cui aprono le scuole. Perché, allora, proseguire lo stesso con la chiusura?
“La scuola non è un giocattolo”
“Assurdo comunicarlo ora e assurdo chiudere per ogni minima cosa, le lezione non vengono recuperate su questo lei cosa mi dice? Io poi vorrei sapere che allerta meteo c’è oggi. Sono stanca di questa situazione a scuola non si va mai”, ha scritto un’utente. “Una barzelletta. Abbiamo migliaia di porticesi che abitano a meno di cento metri dalla costa e cosa si pensa a fare? Chiudere le scuole. Stop. Ma per favore!”, “La scuola non è un giocattolo, ve ne rendete conto o no? Ogni scusa è buona per chiudere le scuole”, hanno fatto eco altri.
A rispondere alle piovose critiche è stato, su Facebook, Vincenzo Cuomo, sindaco della cittadina di Portici, in provincia di Napoli. “Comprendo il disagio di chi in pochissimo tempo ha dovuto riorganizzare i propri tempi e l’organizzazione familiare a causa della chiusura delle scuole e di ciò mi dispiace, ma alle 6 di questa mattina ho ricevuto una telefonata dal Comandante della Stazione dei Carabinieri di Portici e poco dopo le 6 dalla Prefettura di Napoli con cui ci comunicavano che c’era un pericolo di maremoto sulle nostre coste. Non essendo un meteorologo-oceanografo o esperto di terremoti e maremoti ho dovuto immediatamente valutare i primi provvedimenti precauzionali e a scopo cautelativo”, così ha provato a difendersi.
“Abbiamo immediatamente interdetto l’area di accesso alla zona Granatello e l’area portuale, e deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado. Confesso che al momento della telefonata alle 6 del mattino stavo dormendo e dopo pochi minuti eravamo già operativi con le prime decisioni da assumere in riunione da remoto con il Centro Operativo Comunale”, ha continuato.
Impossibile cambiare idea da un momento all’altro
A quanto pare, fare marcia indietro non sarebbe stato fattibile: “La comunicazione formale della revoca dell’allerta MAREMOTO è giunta solo alle 7,42 e per motivi logistico-organizzativi risultava impossibile disporre la riapertura delle scuole dopo averne disposta la chiusura”.
“Ovviamente come sempre un Sindaco viene lasciato in balia delle ‘onde istituzionali’ di organi di governo dello Stato le cui comunicazioni non sono sempre tempestive come dovrebbero in casi del genere. Ma la cosa veramente assurda è dover dar conto ad un manipolo di commentatori ‘comodamente distesi nel loro letto’ che una volta svegliati si mettono a giudicare le decisioni dovute prendere in pochissimo tempo con informazioni che indicavano pericoli seri”, così si è sfogato il primo cittadino, attaccando non troppo velatamente la Protezione Civile.
“La comunicazione via social è stata inoltrata solo dopo aver pubblicato l’avviso sul sito istituzionale del Comune di Portici. Credo di aver agito correttamente ed in coscienza sulla base delle notizie ufficiali di cui disponevo al momento in cui ho preso le decisioni”, ha concluso.