
È arrivato oggi, 12 febbraio, con un voto plebiscitario, il sì definitivo da parte dell’Assemblea regionale siciliana, alla legge voluta dal M5S rivolta a vietare i telefonini e le apparecchiature digitali ai bambini fino a cinque anni e a limitarne fortemente l’utilizzo nella seconda e terza infanzia e in età adolescenziale.
Secondo Carlo Gilistro, il deputato-pediatra, primo firmatario della legge, il provvedimento, votato all’unanimità, “dimostra che la gravità del problema è stata ben compresa da tutti e ci fa ben sperare che a Roma la legge prosegua il suo cammino per diventare legge dello Stato. Il sì dell’Ars è comunque un segnale fortissimo, che arriva dal Parlamento della regione più grande d’Italia” e deve essere “tenuto nella dovuta considerazione, visto anche che Roma sta muovendosi in questa direzione”.
Il divieto di “utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni all’interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche”, mentre si prevede pure la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori
Le sanzioni previste vanno da 150 a 500 euro, per scoraggiare i genitori “che molto spesso scambiano un cellulare per un babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che così facendo li espongono a pericolosissimi rischi”, come “ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti, disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali”.
Oltre al cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario, come il fenomeno degli hikikomori, e fino a causare suicidi.