C’è soddisfazione tra chi tiene alla causa delle scuole paritarie, spesso di stampo cattolico, per avere compreso anche tali istituti nei beneficiari dei finanziamenti europei per il Piano estate dell’anno in corso e del prossimo.
“Come promesso dal Ministro Valditara al Meeting di Rimini di agosto – ha detto il 26 aprile Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati – pochi giorni fa è stato pubblicato il primo avviso pubblico del Ministero dell’Istruzione e del Merito relativo alla Programmazione Nazionale 2021-2027 dei fondi europei, dedicato al Piano estate 2023/2024 e 2024/2025, è stato aperto anche alle scuole paritarie non commerciali”.
In effetti, la matrice del progetto non è recente, ma risale all’estate scorsa. Secondo Lupi si tratta “di un ulteriore segnale che ci conforta e aiuta a riconoscere la funzione pubblica delle scuole paritarie senza discriminazioni, per favorire lo sviluppo dei nostri giovani e aiutare le famiglie nel periodo estivo”.
Per completezza, l’avviso pubblico che allarga alle scuole paritarie i fondi europei dedicati al Piano estate risulta in linea con le politiche di sostanziale sostegno che gli ultimi governi, anche di Centro-Sinistra, hanno adottato a favore degli istituti non pubblici ma che operano comunque all’interno dell’istruzione legalmente riconosciuta.
Con la circolare n. 3363 del 23 gennaio scorso, ad esempio, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha riportato la tabella con l’indicazione della spesa annuale per studente nelle istituzioni scolastiche paritarie, relativamente all’a.s. 2023/2024: ebbene, da quella tabella si evince che nell’ultimo periodo il costo medio per uno solo studente che frequenta la scuola paritaria è passato da 6.500 a 7.700 euro.
Qualche mese fa, lo stesso ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, margine di un incontro con i rappresentanti delle scuole paritarie lombarde a Palazzo Lombardia, ha dichiarato ai giornalisti: “Noi abbiamo lanciato un segnale molto preciso. Il sistema pubblico di istruzione è unico e ricomprende anche le scuole paritarie. È ovvio che in questa direzione noi dobbiamo muoverci e dobbiamo sempre ragionare tenendo conto di questo che è un presupposto fondamentale del nostro sistema scolastico”.
Secondo il numero uno del Mim “non è un caso che io abbia firmato giovedì scorso proprio quel decreto che consente alle scuole paritarie di partecipare, presentando dei progetti, alla ripartizione di qualcosa come 750 milioni di euro di fondi Pnrr”.
In assoluto, nel frattempo, come abbiamo avuto modo di scrivere sulla nostra testata giornalistica, negli ultimi dieci anni i fondi destinati dallo Stato alle scuole private sono triplicati, passando da 286 milioni nel 2012 a 626 milioni nel 2022.
Con un incremento ulteriore, nella Legge di Bilancio 2024, di altri 50 milioni di euro da destinare specificamente alle scuole paritarie dell’infanzia.
Uno dei gruppi politici meno inclini a questa tendenza è da anni il M5s: il capogruppo grillino in commissione Istruzione alla Camera Antonio Caso, qualche tempo fa ha detto che quello di aumentare la spesa pubblica per le scuole paritarie è un grave errore, perché ormai abbiamo “200 mila supplenti, un caro libri alle stelle, classi pollaio, dirigenti costretti lavorare su un numero imprecisato di scuole ed il Ministro Valditara si vanta di aver convinto l’Europa a spostare i fondi Pon sulle scuole paritarie, che troppo spesso fanno rima con “diplomifici”, come ad Ottaviano, uno degli ultimi casi che ha fatto molto “rumore”.
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