In Calabria, alle superiori ben 6 ragazzi su 10 farebbero uso di droghe leggere: lo sostengono i ricercatori del progetto socio-sportivo #SportStupefacente.
I dati del progetto, promosso dal Centro Sportivo Italiano (Csi) e patrocinato dal ministero della Salute e dal Ministero del Welfare, con il supporto della presidenza nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (Fict), sono stati diffusi il 9 aprile, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Un progetto-pilota per l’intero sistema scolastico nazionale, la cui cabina di regia è a Reggio Calabria.
L’iniziativa, rivolta agli studenti degli istituti superiori accolta da ben 8 realtà del territorio provinciale reggino, prevede che i giovani si sfidano in un campionato studentesco, ma anche che si avvii un confronto sul tema delle droghe.
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“Una sfida da vincere – ha dichiarato Paolo Cicciù, presidente provinciale e consigliere nazionale del Cse – perché purtroppo il problema del consumo in età scolare delle droghe sembra essere uscita dall’agenda mediatica. Così non deve essere: questa può rappresentare una “bomba” sociale, da disinnescare con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Lo Sport azzarderei dire che può avere un impatto, addirittura, terapeutico per ripristinare una scala di valori, fatti di sacrifici e passione, che spesso il “divertimento” facile porta a dimenticare”.
“Credo sia rivoluzionario immaginare che delle vite segnate dalla droga possano essere degli esempi per i nostri giovani. Ma secondo noi è un modo per indicare la strada maestra. Non è con una canna che raddrizzi le tue giornate, anzi. L’invito che facciamo ai nostri giovani è di ‘farsi’ di Sport e non rifuggire in altri ‘sballi’ che illudono e poi desertificano”, ha concluso Cicciù.
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