Ormai è solo questione di dettagli. La sostanza, il dato che conta, è che anche nell’anno scolastico da poco terminato, il 2009/2010, il numero di bocciati per motivi comportamentali è rimasta alto: ad oggi, con circa il 90% delle scuole che hanno fatto pervenire a viale Trastevere in tempo debito gli esiti dei propri scrutini, la proiezione ci dice che il numero di respinti per aver preso 5 in condotta nello scrutinio di fine anno scolastico è di oltre 11.000 studenti alle superiori e quasi 2.000 alle medie. Ciò significa che più o meno siamo sui livelli da record dello scorso anno.
Confermato anche il dato che vuole concentrati nelle prime classi delle superiori i giovani più irascibili ed incontrollabili: quasi la metà, più di 5.000, hanno infatti tra i 14 ed i 15 anni ed hanno frequentato il primo anno di scuola superiore. Quella, del resto, è un’età durante la quale gli impulsi prevalgono sulle ragioni. E a poco servono le indicazioni ed i consigli dei docenti, soprattutto quando altrettanto non è stato fatto, per varie ragioni, nella famiglia d’appartenenza. In questi casi, anzi, non di rado il passaggio da pessimo comportamento ad atti di vero e proprio bullismo non è poi così lungo.
Per la maggior parte dei ragazzi è solo questione di tempo: passato il periodo della ribellione, spesso subentra maggior buon senso. Ed anche se la poca disciplina quasi sempre rimane, non è però più così spiccata. Tanto che il numero di studenti fermati per il pessimo comportamento decresce con il passare degli anni: al secondo superiore sono già meno della metà ad incappare nella sanzione più grave di fine anno; al terzo ed al quarto tra i 1.500 ed i 1.770; al quinto anno, quello della maturità, diventano appena 600 in tutta Italia. Chissà se in qualche modo a soffocare la voglia di goliardia e di ribellione non sia il timore degli Esami di Stato? O, più probabilmente, il fatto che nel frattempo i bulli più ostinati hanno abbandonato la scuola?