È il 2002 quando il Governo francese mette fine all’obbligatorietà del servizio militare. Sedici anni dopo, nel 2018, l’allora primo ministro Gérard Philippe, istituisce il Service National Universel, promesso da Macron in sede di campagna elettorale. Si tratta di un dispositivo in più tappe – su base volontaria – riservato ai ragazzi e alle ragazze dai 15 ai 17 anni, i cui obiettivi sono essenzialmente quattro: fare vivere i valori e i principi repubblicani, rafforzare la coesione nazionale, sviluppare una cultura dell’impegno, accompagnare l’integrazione sociale e professionale.
In questi giorni – tutta la stampa francese ne parla – la sottosegretaria all’Educazione Nazionale ha annunciato che il Servizio Nazionale Universale, fin qui svolto al di fuori dalle ore scolastiche, sarà integrato in orario curricolare a partire dal prossimo marzo 2024.
Sempre su base volontaria, sarà rivolto agli alunni della prima classe della secondaria di secondo grado (in genere quindicenni, dato che in Francia la secondaria di primo grado dura quattro anni) e consisterà in uno stage di dodici giorni, da svolgersi in una località da stabilirsi ma certamente in un altro dipartimento rispetto a quello di residenza. La sottosegretaria ha aggiunto che sarà come un viaggio scolastico a costo zero per gli alunni, all’interno di un progetto d’istituto, che consentirà ai giovani volontari di realizzare un soggiorno cosiddetto di coesione. I ragazzi, infatti, non alloggeranno assieme ai compagni di classe, ma con altri alunni della stessa scuola, in un’ottica di “fraternité” e di lavoro su obiettivi comuni. Attività ludiche, sportive e culturali ma anche uniformi, alzabandiera e inno nazionale al mattino.
Entusiasmo, non coercizione. Questo – a detta del Governo – è il sentimento che si intende far nascere nei ragazzi, la voglia di partecipare a un’avventura assieme ad altri coetanei.
Sarà così? Intanto la Federazione delle associazioni generali studentesche, la principale organizzazione studentesca francese, fa sapere che i giovani non ne vogliono sapere di questa “carnevalata”, così il partito di sinistra La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, candidato alle ultime presidenziali, ha chiamato il Servizio Nazionale Universale.
Volontari, dicevamo, ma fino a quando? Il dibattito è aperto, l’eventuale futura obbligatorietà non è tabù. Tanto più che, durante il discorso augurale di fine anno scorso, il presidente Macron aveva promesso ai francesi che si sarebbe impegnato personalmente per gettare le basi di un vero Servizio Nazionale Universale che possa servire a ridare fiducia ai giovani per la ricostruzione di una vita libera e democratica, basata sui valori della Repubblica.