Il consiglio dei Ministri di oggi ha accolto la proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di inserire misure per supportare le istituzioni scolastiche colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.
“Come avevamo promesso, abbiamo ottenuto uno stanziamento per affrontare le prime urgenze del sistema scolastico. Oggi è stato istituito un fondo per interventi diretti di 20 milioni di euro” ha dichiarato il ministro Valditara. Le risorse sono finalizzate a supportare le scuole nell’acquisizione di beni per assicurare la regolare conclusione dell’anno scolastico.
Saranno introdotte norme per la semplificazione come previsto per gli interventi di somma urgenza.
Il Ministero ha anche attivato una nuova sezione del servizio di help desk, dedicata ad accompagnare le istituzioni scolastiche nella ripresa delle attività.
Con una o più ordinanze del Ministero possono essere adottate, anche in deroga alle vigenti disposizioni normative, specifiche misure volte ad autorizzare lo svolgimento a distanza delle attività didattiche e delle sedute degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni grado, nonché ad assicurare la validità dell’anno scolastico 2022/2023, anche in relazione alla valutazione degli alunni e degli studenti e allo svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione.
“Per la scuola c’è un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica, e la facoltà al ministro dell’Istruzione, con ordinanza, a lavorare con una certa flessibilità all’adempimento degli esami di maturità con gli istituti coinvolti”. A dichiararlo, dopo il Consiglio dei Ministri di oggi, 23 maggio, la premier Giorgia Meloni.
Ecco i dati forniti dall’Usr:
I “problemi” alla riapertura delle istituzioni scolastiche potrebbero essere riconducibili a tre categorie “macro”:
“Nell’affronto di questi problemi, occorre che ogni scuola individui le modalità per raggiungere bambini e ragazzi più fragili e quelli con disabilità in primo luogo. Per questi, la perdita dell’orizzonte quotidiano può essere ancora più drammatica che per gli altri. È preminente rilevare quanti abbiano perso casa o anche solo materiali e strumenti per studiare, sostenerli e mantenerli in contatto con i compagni.
Tanti che fanno scuola stanno soccorrendo, aiutando, sovvenendo. Ma a sua volta la Scuola, in quanto tale, ha bisogno di protezione. Ed ecco che – forse – l’esperienza del terremoto del 2012 ci può venire in aiuto. La convinzione che maturò diffusamente fin dai primi giorni fu quella, prima di tutto e prima possibile, di ricominciare ad “andare a scuola”. Perché gli studenti stessero insieme fra loro, “gomito a gomito”, quanto più possibile. Per questo furono con ogni urgenza sistemati e riaperti i (pochi) locali agibili o con minimi danni. Reperiti altri locali. Montate tende per fare lezione all’aperto. Questo il primo compito della scuola, anche in questa situazione.
Esami di maturità ad hoc, 20 milioni di euro per garantire la continuità didattica, fondi per l’acquisto dei pc ai ragazzi che ne siano sprovvisti e previsione del ripristino della didattica a distanza, lezioni ed esami da remoto anche per gli universitari, 3 milioni e mezzo per interventi di ripristino degli atenei danneggiati: prevede anche tutto questo il decreto legge con le misure per l’emergenza dopo le alluvioni in Emilia Romagna e Marche approvato oggi dal Consiglio dei ministri. I plessi scolastici che hanno avuto danni sono, secondo le prime stime, 105 e coinvolgono 150 mila studenti. “Come avevamo promesso, abbiamo ottenuto uno stanziamento per affrontare le prime urgenze del sistema scolastico.
Oggi è stato istituito un fondo per interventi diretti di 20 milioni di euro” ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Inoltre, il ministero ha attivato una nuova sezione del servizio di help desk, dedicata ad accompagnare le istituzioni scolastiche nella ripresa delle attività. Con una o più ordinanze del ministero possono essere adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, specifiche misure per autorizzare lo svolgimento a distanza delle attività didattiche e delle sedute degli organi collegiali ed assicurare la validità dell’anno scolastico in corso anche in relazione alla valutazione degli alunni e allo svolgimento degli esami di Stato conclusivi delle medie e delle superiori. La premier Giorgia Meloni, illustrando il decreto legge al tavolo con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e le parti sociali della regione, ha anche assicurato che il governo sta lavorando per trovare fondi che servano ad acquistare computer da mettere a disposizione degli studenti che dovessero terminare l’anno scolastico con didattica a distanza. In una lettera ai docenti del liceo Torricelli Ballardini di Faenza, il dirigente scolastico, Paola Falcioni, li invita a lasciare, almeno temporaneamente, da parte interrogazioni e verifiche e, una volta tornati in aula, a comprendere i ragazzi e i traumi che hanno riportato con l’alluvione.
Undici anni fa, quando il drammatico terremoto colpì l’Emilia Romagna, una ordinanza ministeriale decise per i comuni delle scuole più colpite dal sisma che l’esame di maturità e quello di terza media si sarebbero tenuti solo prevedendo la prova orale. È probabile che ora, nei comuni particolarmente colpiti dal maltempo, il ministro Valditara prenda in considerazione che possa essere svolto un esame snello, sulla falsariga di quanto adottato durante il Covid. Intanto l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna ha fatto sapere che “non appare opportuno in questa fase ricorrere a forme generalizzate di didattica digitale integrata o a distanza” mentre si punta ad attivare risposte personalizzate e flessibili. Dei 105 i plessi scolastici statali interessati dagli effetti dell’alluvione, 49 hanno segnalato criticità per la ripresa dell’attività didattica, 58 hanno difficoltà sul fronte della viabilità e dei trasporti, 44 hanno destinato parte dei locali agli sfollati.
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