Oggi, 25 maggio, a Faenza, zona dell’Emilia Romagna martoriata dall’alluvione della scorsa settimana, si torna finalmente a scuola in presenza dopo giorni di allerta rossa. Fabio Gramellini, dirigente scolastico dell’istituto tecnico Oriani, ha deciso di accogliere studenti e personale con una lettera in cui ha cercato di dare forza alla popolazione.
La lettera del ds di Faenza: “Dal fango, cittadini più consapevoli”
Ecco il contenuto: “Dopo giorni problematici e di profonda angoscia, in occasione della imminente riapertura della scuola, a nome della comunità scolastica sento in primo luogo il dovere di esprimere la mia vicinanza alle famiglie che hanno subito danni ai beni e alle abitazioni, ai tanti che hanno sofferto disagi e tuttora si trovano in situazione di difficoltà, a coloro che sono ancora fuori dalle proprie case o hanno perso la propria attività”.
“Tutti abbiamo vissuto momenti di paura e di sconforto, ma alle lacrime sono seguiti subito gli incoraggiamenti; la voglia di reagire è stata immediata e ha comportato la mobilitazione, tra gli altri, di migliaia di voi studenti. Come sempre le sventure fortificano e fanno nascere sentimenti intensi. Così, anche in questa occasione, mi piace pensare che il fango di oggi sia il terreno fertile da cui germoglierà domani una generazione di cittadini più temprati e consapevoli, più coscienziosi e sensibili”.
“Questa catastrofe, infatti, rappresenta anche una grande lezione di educazione civica – una di quelle che non si insegnano nelle aule – che vi ha permesso di sperimentare in concreto quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale sanciti dall’art. 2 della Costituzione. Abbiamo visto voi ‘burdèl de paciug’ imbracciare le pale e indossare gli stivali, affondare nel fango e portare aiuto dove era necessario, elargire sorrisi e cantare ‘Romagna mia’. E’ ammirevole come attraverso il vostro infaticabile lavoro siano emersi dalle acque limacciose i valori della fratellanza e della coesione, la disponibilità ad aiutare gli altri e la voglia di ripartire senza piangersi addosso, mostrando anzi tenacia e volontà, caratteristiche tipiche di questa terra e del nostro popolo romagnolo”.
“Siamo pronti ad accogliervi di nuovo in questo luogo che per tutti è così familiare e normale. Chi potrà lo farà già da domani e attenderemo, senza l’ansia di verifiche e compiti a casa, senza l’assillo di finire il programma, anche chi potrà farlo solo più avanti. Tornare a scuola significa ritrovare un posto che potete chiamare casa; la scuola è parte della vostra vita e tornarci significa tornare alla normalità. Vi aspettiamo orgogliosi di quello che avete fatto e che ancora farete e insieme potremo riprendere il cammino verso un domani che adesso, anche grazie a voi, appare pieno di speranza”.
Per ora non contano interrogazioni e compiti
Anche questo dirigente scolastico, come Paola Falcioni, a capo del liceo Torricelli Ballardini, sempre a Faenza, ha detto che per ora non sono importanti interrogazioni e compiti; la cosa fondamentale è tornare alla socialità e alla normalità, a fare scuola in presenza. Secondo Gramellini bisogna in qualche modo provare a fare tesoro dell’accaduto, come fosse una lezione da imparare.
“I nostri ragazzi e le nostre ragazze – ha aggiunto la preside Falcioni nella sua lettera – hanno vissuto le nostre stesse emozioni, sicuramente amplificate perché non ancora in grado di gestire completamente le proprie fragilità” e “quando torneranno a scuola è necessario che trovino docenti capaci di accompagnarli e comprenderli in questo passaggio difficile della loro adolescenza”.