«Non sempre i profili soddisfano le attese delle aziende»: lo dice attraverso un’indagine Almalaurea e Centromarca. Spiega il professore Francesco Ferrante, curatore scientifico delle indagini AlmaLaurea: «Il mancato incontro tra domanda e offerta di skill può essere dovuto a diverse cause; tra queste, oltre a percorsi formativi non adeguati, anche un’azione non efficace dei protagonisti del processo di selezione e di reclutamento, come per esempio gli intermediari del mercato del lavoro, che dovrebbero facilitare l’incontro tra le necessità aziendali e l’offerta di competenze da parte dei neolaureati. La qualità del processo di selezione e inserimento occupazionale dei neolaureati è influenzato anche da caratteristiche aziendali come la dimensione e la struttura organizzativa interna delle imprese, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse umane». Delle 256 aziende industriali, dei servizi e del mondo agricolo che hanno partecipato all’indagine, due terzi infatti sono imprese di piccola (sotto i 50 dipendenti) e soprattutto di media dimensione (fino a 100) i cui manager spesso non dispongono di una laurea. Il Sole 24 Ore, che riporta la notizia, aggiunge che negli ultimi due anni, il 41% delle aziende ha inserito da 1 a 5 laureati senza esperienza e il 29% da 6 a 20. L’8% non ha inserito nessun giovane laureato. A livello complessivo sono avvantaggiate le lauree magistrali o a ciclo unico (77% di inserimenti nel biennio), in particolare nelle aziende di grandi dimensioni. Solo il 4% delle imprese ha preferito laureati in possesso di un titolo superiore, quello di dottore di ricerca (7% tra le grandi imprese). Nel prossimo biennio 2015-2016 il 52% delle aziende prevede di inserire fino a 5 laureati senza esperienza, cui si aggiunge un 21% che conta di portare in organico da 6 a 20 neolaureati. Sono soprattutto i laureati dei gruppi ingegneria (in particolare nelle aziende del Centro-sud) ed economico-statistico (in particolare al Nord) ad essere favoriti (79% e 48%, rispettivamente), ma senza particolari differenze per dimensione aziendale.