Categorie: Università e Afam

AlmaLaurea: riparte l’occupazione dei laureati

Certo, i numeri pre-crisi restano lontanissimi (tassi di disoccupazione rispettivamente all’11,2% e al 10,8%), ma in entrambi i casi l’occupazione guadagna qualche decimale rispetto al censimento dell’anno prima:diverso è il caso dei laureati a ciclo unico, dove pesano soprattutto l’aumento dei laureati in giurisprudenza nel campione e la riduzione dei posti nelle scuole di specializzazione in medicina. Analoga la dinamica dei redditi:a un anno dalla tesi i neolaureati che lavorano, sia dopo il titolo triennale sia dopo il magistrale, guadagnano poco più di mille euro al mese, cioè hanno buste paga più leggere 2-300 euro rispetto al dato del 2007 ma con qualche spicciolo in più rispetto allo scorso anno (e in questo caso la stessa tendenza si incontra fra i laureati a ciclo unico).

Guardando i numeri a tre anni dalla tesi, i numeri più brillanti si incontrano a Bolzano e al Politecnico di Torino e i peggiori (tolti il San Raffele di Milano e il Campus biomedico di Roma influenzati dalla prevalenza degli studenti in medicina che si indirizzano alle scuole di specializzazione) sono quelli di Messina e della Seconda università di Napoli. Non solo:su 25 atenei che vedono peggiorare le performance rispetto all’anno scorso, 17 sono nel Centro-Sud.

La morale è chiara:la caduta dell’occupazione dei laureati si è arrestata, le prospettive sono ancora tutte da costruire ma quello nella formazione continua a essere un investimento cruciale. Lo dimostra un’altra delle tante tabelle targate AlmaLaurea, che propone un bilancio chiaro della crisi:fra 2007 e 2014 il tasso di disoccupazione dei giovani laureati è cresciuto dell’8,2%, quello dei diplomati del 16,9% mentre il balzo è stato del 26% fra chi si è fermato alla licenza media.

Pasquale Almirante

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