Arriva, forse definitiva, la soluzione sui tagli al settore scolastico che evita così di aumentare l’orario di lavoro dei docenti. A comunicarlo una nota del Tg1 che dà pure conto della incresciosa faccenda dei cosiddetti esodati per i quali forse si dovranno rivedere i luoghi dove attingere nuove e inusitate risorse.
Per quanto invece riguarda la scuola, il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ha illustrato in commissione Bilancio l’emendamento che trova risorse da alcuni micro-capitoli come i distacchi dei docenti e da vecchi accantonamenti.
L’emendamento, in particolare, raggiunge le risorse programmate dal taglio della spending review per il ministero dell’Istruzione attraverso diverse misure: 1,8 milioni dal taglio dei distacchi sindacali e dei comandi dei docenti del personale scolastico al ministero e ad altri enti;
6 milioni dalla dismissione immobile di piazzale Kennedy, a Roma, utilizzato come sede del ministero dell’Università prima dell’accorpamento con il ministero dell’Istruzione;
20 milioni dai tagli per i bandi dei fondi First e Trin; 30 milioni di tagli sul progetto Smart City nel centro nord;
47,5 milioni dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa “senza pregiudicare l’offerta”;
e ulteriori maggiori risorse da un fondo alimentato nel passato dagli accantonamenti di risorse raccolte con vecchi tagli.
Un respiro di sollievo per i professori? Pare di si, anzi se ne dà certezza nel comunicato, considerato il dettaglio da dove ricavare il fabbisogno dello Stato.
E d’altra parete non poteva essere che così (lo vogliamo sperare), perché in caso contrario, in caso cioè che le famigerate ore aggiuntive venissero imposte senza corrispettivo salariale, il ministro e i due sottosegretari si sarebbero dovuti dimettere, senza batter ciglio,mentre alcuni politici, da Pd a Fli da Idv a Udc, che si erano esposti e che hanno avuto parole di nobile impegno per la scuola e i docenti, avrebbero dovuto per qualche tempo nascondersi il volto.
Trovati i soldi per turare la falla, non crediamo però che i docenti possano dormire sonno tranquilli. Qualche trappola per tenerli di più dietro le cattedre, in un modo o nell’altro, anche per evitare nuove assunzioni e rimpinguare le classi scolastiche già onuste, sarà approntata. Un coniglio o un dinosauro dal cilindro uscirà primo o poi.
In ogni caso, e per maggiore completezza di informazione, ci è stata segnalata la pagina Fb di Giovanni Bachelet (Pd) che così commenta la risoluzione di questo strano caso:
Ecco come verranno ricavati i 183 milioni che deve dare il Miur; questi 183 milioni (che poi nei due anni successivi oscillano da 192 a 177 se non ho visto male) sono stati coperti con una serie di risparmi del Miur tutti piú o meno dolorosi
* 6 milioni di euro l’anno in meno dalla dismissione della sede Miur di piazzale Kennedy,
* 20 milioni tolti alla dotazione PRIN-FIRB,
* 30 milioni tolti al fondo agevolazioni ricerca,
* 47.5 tolti al fondo di istituto,
* 83.6 milioni dal fondo di cui all’articolo 4 comma 82 della legge 183 del 12 novembre 2011 (se ho capito è il ricupero di una parte dei risparmi Miur della legge di stabilità dell’anno scorso)
totale: 181 milioni per il 2013 (piazzale Kennedy funziona solo dal 2014 e altre fluttuazioni nei tre anni che non riesco a sintetizzare qui).
quello che alla fine della fiera per qualsiasi ragione ancora mancasse si otterrà (per una clausola automatica della Spending Review) con tagli lineari al Miur
Il commento politico è che questi tagli Profumo in un modo o nell’altro li doveva fare comunque, perchè sono stati votati a luglio insieme alla spending review; la vittoria politica consiste nel fatto che (1) gli ulteriori tagli Miur per altri ben 538 milioni l’anno sono stati cancellati e (2) i 183 milioni non sono stati ottenuti tagliando il personale e aumentando l’orario.
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