La sospensione della riforma dei cicli sarà uno dei primissimi atti del futuro Governo, anzi sarà addirittura all’ordine del giorno della prima riunione del Consiglio dei Ministri: lo ha annunciato ieri il neo-premier Silvio Berlusconi.
Positivi i commenti di Gilda, Snals e Uil mentre non si conosce ancora la posizione di Cgilscuola.
Scontata anche la soddisfazione di Cislscuola che ha subito diramato un comunicato con il quale invita il nuovo governo ad aprire una vasta consultazione di base e che si conclude in modo pungente: "Non si fanno riforme a costo zero. Tagliando classi, organici, risorse, ecc. si corrono gli stessi inevitabili rischi cui abbiamo assistito per effetto del taglio delle sezioni elettorali. Dal cittadino brutalmente privato dell’esercizio di un diritto fondamentale costituzionalmente garantito – dall’istruzione al voto – non potranno mai essere considerate sufficienti le scuse del Ministro di turno".
Come è noto le maggiori critiche del fronte contrario alla riforma riguardano soprattutto la mancanza di un piano preciso di formazione del personale, l’inadeguatezza degli organici e lo scarso coinvolgimento di docenti e famiglie.
Il futuro presidente del Consiglio e Valentina Aprea, responsabile di Forza Italia per il settore scuola, hanno intanto annunciato che per bloccare la partenza della riforma si farà ricorso ad un decreto-legge; subito dopo si dovrebbe aprire un’ampia consultazione fra tutti i soggetti interessati per ricostruire pezzo per pezzo l’intero impianto del sistema scolastico.
E’ difficile dire quale potrebbe essere l’esito dell’operazione, anche se almeno su una questione il punto di convergenza dovrebbe essere scontato: tutti d’accordo, infatti, nel collocare a 18 anni l’uscita finale dal sistema scolastico.
Valentina Aprea ha già dichiarato che la maggioranza intende rivedere l’assetto della scuola di base riportandola nuovamente a 8 anni.
E’ molto probabile che su questa ipotesi si possa trovare un ampio consenso, poiché era stata proprio questa novità a determinare a sua volta non poche difficoltà, da quelle di natura strutturale (carenza di edifici e di aule oltre che problemi per i trasporti) a quelle di natura organizzativa ("onda anomala" in primo luogo).
Per ora comunque è ancora presto per dire cosa accadrà e come sarà caratterizzata la riforma del nuovo Governo.
Di certo c’è il fatto che tutto il lavoro svolto in questi mesi si sta rivelando del tutto inutile: in molte scuole docenti e capi di istituto stavano già lavorando per approfondire non solo gli aspetti organizzativi (orari, modularizzazione, flessibilità e così via), ma anche quelli culturali legati all’approfondimento dei nuovi curricoli.
Adesso, converrà forse sollevare il piede dall’acceleratore e attendere gli eventi.
Il processo di autonomia scolastica – invece – non dovrebbe subire rallentamenti o modifiche: Valentina Aprea ha già detto che il nuovo Governo è fermamente intenzionato ad aumentare ulteriormente gli spazi di decisionalità delle scuole.