“Non esiste che ci siano aziende che chiedono soldi per fare l’alternanza scuola-lavoro. Se accade andate in Procura“.
È perentoria la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, quando gli si chiede perché ci sono delle aziende che accettano di formare i ragazzi solo in cambio di soldi.
A Roma, nel corso del convegno della Cisl Scuola su “Giovani, scuola, società, lavoro”, la ministra ha detto che “l’alternanza scuola-lavoro è solo innovazione didattica e non può essere utilizzata dalle aziende per fare altro”.
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Dopo aver invitato a fare chiarezza, perché “c’è stata spesso una grande confusione tra l’alternanza e la parte che riguarda la formazione negli istituti professionali“, Fedeli ha ricordato che con l’anno scolastico 2017-2018 un milione e mezzo di ragazzi entreranno nell’alternanza scuola-lavoro.
La responsabile dell’Istruzione ha quindi assicurato che da settembre saranno avviate tre operazioni: “ci sarà un sito Miur per segnalare tutti gli abusi e le irregolarità che si riscontrano durante questo tipo di esperienza; verrà messa a punto la Carta dei diritti e dei doveri per gli studenti in alternanza; verranno predisposti dei modelli, degli schemi, sui contenuti che deve avere il percorso dell’alternanza”.
“E da settembre ci saranno oltre un migliaio di euro all’interno delle scuole per costruire le competenze di progettazione dell’alternanza scuola-lavoro”, ha concluso la ministra.
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