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Alternanza scuola lavoro, 641 denunce all’Inail per infortuni di minorenni nel 2022: i dati del Garante per l’Infanzia

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L’indagine nazionale “Il lavoro regolare minorile tra formazione e sicurezza” realizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito del progetto Formazione sicura in età adolescenziale (Fase), promossa in collaborazione con l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali (Iprs) e la Fondazione Censis, contiene una rilevazione dei dati esistenti sui minorenni lavoratori. Sono stati interpellati i principali interlocutori in 11 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. 

I risultati

Nel 2022 sono stati 4.253 gli occupati a tempo indeterminato minorenni, che hanno assolto l’obbligo scolastico, e circa 42 mila i lavoratori a termine, in maggioranza studenti con occupazioni saltuarie, che hanno garantito loro un reddito minimo; sono stati  circa 7.800 gli apprendisti e 1 milione gli studenti, ragazze e ragazzi, iscritti alla scuola secondaria di secondo grado o all’Istruzione e formazione professionale (Iefp), impegnati in attività di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), stage e tirocini. 

Nella ricerca sono stati affrontati due aspetti principali: il rispetto delle misure di prevenzione e protezione che assicurano la sicurezza del minorenne, e la verifica che l’attività lavorativa mantenga una dimensione prevalentemente formativa. L’indagine dell’Autorità Garante mette in luce che si evidenzia una maggiore attenzione rispetto alla formazione sui rischi e all’uso dei dispositivi di protezione e la tendenza a ridurre le ore di presenza in azienda dei lavoratori minorenni in formazione professionale. 

I dati sugli infortuni professionali a danno dei minorenni

L’Inail ha registrato nel 2022 17.531 denunce per infortuni di minorenni e tra queste 14.867 hanno riguardato studenti (641 dei quali impegnati in alternanza scuola-lavoro) e 2.664 lavoratori (tra cui 285 allievi di corsi di formazione professionale). In tre casi, come è tragicamente noto dalla cronaca, gli infortuni hanno avuto un esito mortale. Lo studio evidenzia la necessità di realizzare una mappatura e un’analisi degli infortuni differenziata per i diversi contesti lavorativi, con l’obiettivo ulteriore di comprendere meglio anche i rischi corsi dai minorenni che lavorano saltuariamente, nella stagione estiva in particolare e fuori dei circuiti della formazione professionale.  

La formazione

La consapevolezza della formazione dei minorenni come diritto – dovere sembra essere maturata, secondo l’indagine, laddove è intesa in senso ampio e non solo come acquisizione di un saper fare utile per l’inserimento nel mondo del lavoro, ma, come sottolinea lo studio, permangono rilevanti differenze territoriali rispetto agli standard formativi offerti. In molte regioni del Nord vengono organizzati corsi di istruzione e formazione professionale quasi sempre adeguati alla richiesta, ma ci sono territori nei quali la formazione è gravemente insufficiente. Oltre il 60% dell’offerta formativa, infatti, si concentra nel Settentrione, con la conseguente difficoltà per i minorenni che vivono al Sud, di accedere ai percorsi di istruzione e formazione professionale: nel Nord-Ovest il 17,2% dei 15-17enni è iscritto alla Istruzione e formazione professionale – Iefp, nel Nord-Est lo è il 15,9%, al Centro l’8,9% e al Sud e Isole il 4,9%. 

“Rispetto a questi numeri” – ha sottolineato l’Autorità Garante Carla Garlatti – “occorre mettere in atto correttivi che assicurino in tutto il territorio nazionale standard minimi uniformi dell’offerta formativa gestita dalle regioni, oltre a una formazione completa al pari di quella offerta dallo Stato con licei e istituti tecnici e professionali”. 

I Neet

Lo studio, inoltre, rileva come la questione dell’offerta formativa abbia a che fare anche con il fenomeno dei Neet, che sono attualmente circa 140 mila minorenni tra i 15 e i 17 anni che, non studiano né lavorano e rischiano di rimanere esclusi da qualsiasi opportunità di socializzazione, formazione e lavoro, per ritrovarsi in una condizione di esclusione e povertà materiale e immateriale. Il 43,2% di loro vive al Sud e nelle isole, il 28,5% risiede nel Nord-Ovest, il 14,2% nel Nord-Est e il 14% al Centro.