L’alternanza scuola lavoro, si è già detto in più di un’occasione, non ha decollato dopo il primo anno e ancora lascia ancora spazio a molti dubbi.
Eppure si tratta di uno dei pilastri della Buona Scuola, lo strumento per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro, iniziare a far apprendere loro delle competenze pratiche oltre che quelle teoriche che apprendono ogni giorno fra i banchi di scuola.
A Milano però non si aspettano tempi migliori, ma si cerca di utilizzare lo strumento al meglio, come il caso, riportato dalla pagina milanese di Repubblica.it, del “Verri”, scuola di ragioneria e liceo linguistico, che fra le convenzioni firmate per i ragazzi spicca quella con l’impresa San Siro, la più grande realtà che domina il mercato dei servizi funebri a Milano.
Dalla scorsa settimana e per le prossime tre, alcuni studenti frequentano uno stage nella grande casa funeraria di via Corelli.
“All’inizio mi sono detto: oddio, dove mi portano? – racconta Matteo, uno degli stagisti. Poi ho scoperto che tutto sommato piuttosto di fare fotocopie è meglio occuparsi di camere ardenti, funerali e sepolture”.
Agli altri compagni di scuola lo stage è stato assegnato. Lui invece, si legge su Repubblica.it, qualche mese fa ha chiesto espressamente di essere assegnato presso l’azienda funeraria: “mi avevano già mandato qui lo scorso anno, allora mi era toccato. Quando me l’hanno detto mi sono spaventato, chiaro. Come gli altri del resto. Poi però mi sono detto: ma sì, proviamo. E non me ne sono pentito: alla fine ti occupi di cose concrete, non stai a girarti i pollici. E di sicuro è un settore che non conosce crisi”.
Lo scorso anno, dopo un breve giro del magazzino, dove hanno spiegato le tipologie e le qualità delle bare, i responsabili dell’azienda hanno chiesto agli studenti di occuparsi di fatture e pagamenti, “ma quest’anno, riporta ancora Matteo, ci hanno chiesto di presentarci in camicia e cravatta. Forse avremo a che fare direttamente con i clienti per spiegare che tipo di servizi offre l’impresa”.
Sicuramente si tratta di una convenzione curiosa, ma impiegare futuri ragionieri in una realtà che ha comunque un business importante, può essere considerata solamente un’esperienza positiva per gli studenti.
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