In queste ultime settimane, abbiamo parlato tante volte dell’alternanza scuola lavoro, raccontando sia i progetti negativi, sia i percorsi più virtuosi.
Sono state diverse le lamentele di studenti e famiglie che sono incappati in stage per nulla formativi, totalmente slegati sia dall’indirizzo di studi dei ragazzi, che dagli accordi stipulati fra scuole e aziende.
In risposta a queste esperienze negative riportate dal nostro sito, abbiamo avuto un confronto con un nostro lettore, il prof Ranieri Geronzi, docente presso l’Istituto Tecnico Tecnologico “L. da Vinci” di Viterbo, dove insegegna Strutture, Costruzioni, Impianti, dell’ indirizzo di Costruzioni Aeronautiche dal 2002.
Funzione strumentale alternanza, coordinatore della rete nazionale degli istituti tecnici con indirizzo costruzioni aeronautiche, membro di vari gruppi di lavoro tra scuole e ministero nel settore dell’Alternanza, il prof Geronzi ha voluto raccontare un’altra faccia dell’Alternanza Scuola Lavoro, fatta di progetti validi e di crescita per gli studenti.
Prof Geronzi, può raccontare alcuni progetti vincenti di Alternanza Scuola Lavoro che ha seguito direttamente?
Sono un convinto sostenitore di questa iniziativa che oramai seguo direttamente da 10 anni, prima con attività di stage ed ora con l’ Alternanza Scuola Lavoro.
Credo che tutti i progetti di ASL siano vincenti perché consentire agli studenti di entrare nel mercato del lavoro inerente il proprio percorso di studi sia comunque un completamento della preparazione tecnica e didattica che si tiene a scuola.
Ritengo molto importanti decine di stage fatti presso le principali aziende Aeronautiche italiane come Agusta Westland, Aermacchi (oggi entrambe Leonardo), Piaggio Aero Industries, Maxaviation, e molte altre, anche se in questo periodo è più complicato entrare in queste realtà importanti.
Oggi potrei citare iniziative in tal senso molto significative come la collaborazione in essere con il Reparto Manutenzione elicottero CH 47 dell’ esercito, dove per due settimane tutti gli studenti delle classi quarte si cimentano con le principali tecniche di manutenzione, montaggio e riparazione di componenti aeronautici, poi segnalo l’esperienza fatta dagli studenti di terza che per un mese operano in officine di riparazione auto, l’ esperienza fatta con il Museo Storico di Vigna di valle a Bracciano nelle revisione e sistemazione di velivoli storici.
Potrei inoltre citare anche le attività di ASL fatte a scuola come le collaborazioni con personale EASA, ex ENAC e Alitalia nel progetto di formazione per Ufficio Tecnico Operativo, il corso di manutenzione elicottero AB 206 presente nel nostro hangar della scuola, i corsi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro fatti in collaborazione con l’ ASL di Viterbo e quelli specifici nel settore Aeronautico tenuti dall’ associazione Volare Sicuri in collaborazione con l’Aeronautica Militare.
Parlo della mia specializzazione che ho seguito direttamente, ma le stesse attività sono organizzate anche per gli altri indirizzi della scuola. Abbiamo predisposto anche dei questionari di valutazione dell’ attività di ASL, e creato un indice di soddisfazione del periodo di ASL presso le aziende per studenti, famiglie e aziende che negli ultimi 3 anni oscilla tra 85% e il 90% (fatto 100% il massimo).
I dati sull’alternanza scuola lavoro riferiti alla rete di istituti tecnici con indirizzo costruzioni aeronautiche cosa ci dicono esattamente?
Dicono e confermano quello che ho detto al punto precedente: la Rete degli Istituti di Costruzioni Aeronautiche comprende al suo interno Istituti Tecnici di tutta Italia. Tutte le scuola hanno percorsi di ASL oramai consolidati e che sono condivisi con studenti e famiglie. Gli studenti operano in contesti territoriali d’ appartenenza con aziende aeronautiche e meccaniche in percorsi di crescita tecnica, professionale e relazionale. Quest’anno come rete abbiamo presentato un percorso di ASL-Erasmus da fare, se il progetto verrà approvato, in aziende di Lituania, Polonia e Inghilterra in maniera da perfezionare anche la lingua inglese: tutte le spese saranno a carico del progetto che è stato presentato. In due anni dalla costituzione della rete non sono stati mai segnalati abusi e deviazioni di rilievo. Non le nascondo che l’ attività di ASL è comunque impegnativa ma molto gratificante, in quanto ben accettata e praticata con impegno da studenti e famiglie.
Le storture sui progetti di alternanza scuola lavoro denunciate da studenti e prof, specie nei licei, sono dovute secondo lei al sistema da correggere o alla scorretta applicazione del progetto da parte delle singole scuole?
E’ evidente che “non tutte le ciambelle riescono col buco” come si dice; è possibile che nelle centinaia di migliaia di progetti e attività previste e organizzate dalle varie scuole ci siano alcune che non siano adeguate agli scopi previsti dal legislatore, ma ritengo che quelle negative siano veramente poche. Il discorso poi si sposta in un altro campo che è quello della cultura dell’insegnante che per venti o addirittura trenta anni ha sempre fatto egregiamente la sua attività dentro la scuola senza interferenze esterne, e ora deve accettare che lo studente acquisisca competenze, abilità e conoscenze fuori dalla scuola o da parte di soggetti esterni alla scuola.
E’ un cambiamento per alcuni docenti molto difficile da accettare, anche se siamo comunque in una fase ancora iniziale, e quindi ritengo che con il passare del tempo tutti i docenti si convinceranno della bontà del progetto. Devo anche segnalare che, la presenza del tutor scolastico dovrebbe minimizzare il verificarsi di derive inopportune. Se devo dire la mia opinione le storture sono dovute maggiormente alla scorretta applicazione delle procedure e sopratutto al buon senso di chi opera in questo campo, ed è evidente che quanto sopra è maggiormente sentito nei licei, che non hanno grosse esperienze pregresse, anche se i percorsi richiesti dalla legge 107 sono la metà di quelli previsti negli istituti tecnici. Infine, non per altro ma opero in una provincia, Viterbo, dove il tasso di industrializzazione a molto basso essendo il territorio a prevalenza agricola e artigianale. Non capisco come si possano lamentare o avere difficoltà scuole, docenti e studenti che operano in zone ad altissima presenza industriale.
E’ innegabile però che, se il Miur decide di inserire fra le aziende partner McDonald’s, già qualcosa di sbagliato alla base c’è. Quindi al di là delle Linee Guida, non possiamo affermare che il Ministero abbia agito sempre con coerenza, perché con quel tipo di azienda non è che si possa pensare ad esperienze formative di grande spessore…
Mi scusi ma non sono d’ accordo con la sua affermazione: McDonald’s è una multinazionale che dà lavoro da decenni a migliaia di persone, che opera nel campo della ristorazione, dove ogni giorno giovani e meno giovani utilizzano per le proprie necessità. Quello che deve essere evitato è, come detto, la deriva dei progetti che scuola e azienda organizzano. Se c’è serietà e interesse reciproco, se ognuno si comporta secondo i dettami delle linee guida e con senso di responsabilità anche McDonald’s può essere un ‘ opportunità di ASL, che voglio sottolineare, non è un lavoro ma un’ esperienza di contatto con il mondo aziendale.
Forse quello che sarebbe bene segnalare non è tanto chi si propone per percorsi di ASL, come McDonald’s e altre aziende, ma chi inspiegabilmente ne rimane fuori, pur essendo azienda di stato: mi riferisco per esempio a Leonardo (ex Finmeccanica) dove da diversi anni sono state interrotte tutte le collaborazioni con le scuole superiori. Il mondo imprenditoriale deve capire, e molti lo hanno già fatto, che oggi più che mai le aziende devono partecipare al processo formativo degli studenti, e quando parlo di processo formativo intendo un processo a largo spettro che coinvolge non solo aspetti tecnici, ma anche quelli relazionali e comportamentali della vita dell’ azienda.
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Dall’altro lato, proprio in virtù delle lamentele degli studenti impiegati in progetti tutt’altro che formativi, il ministro ha preso le contromisure e ha annunciato che ci sarà un sito Miur per segnalare gli abusi e le irregolarità che si riscontrano durante questo tipo di esperienza, verrà messa a punto la Carta dei diritti e dei doveri per gli studenti in alternanza e verranno predisposti dei modelli, degli schemi, sui contenuti che deve avere il percorso dell’alternanza. Inoltre da settembre ci saranno oltre un migliaio di euro all’interno delle scuole per costruire le competenze di progettazione dell’alternanza scuola-lavoro. Cosa ne pensa a tal riguardo?
Sono d’accordo e attendo con entusiasmo ogni iniziativa nel campo dell’ASL. Ben venga il sito per segnalare abusi e irregolarità, ma attenzione che questa iniziativa è a 360 gradi, nel senso che riguarderà sia il comportamento delle aziende, sia degli studenti e infine dei docenti e delle scuole che non applicheranno i contenuti e le indicazioni legislative. Segnalo che dall’avvio della legge Buona Scuola il MIUR, le Regioni e gli Uffici Scolastici Regionali hanno emesso numerosi bandi per finanziare attività di ASL, e quindi le scuole che hanno beneficiato di questi finanziamenti hanno già dotazioni economiche da investire nell’ASL. E’ necessario che tutti gli attori vigilino affinchè queste disponibilità economiche siano impiegate per finanziare i percorsi di ASL e non per altre ragioni.
A partire dai suoi dati e dai risultati positivi raccolti dalle esperienze che ha seguito, cosa auspica per l’alternanza scuola lavoro? Ha delle idee nuove da proporre per i prossimi anni?
Il mio obiettivo, parlo chiaramente da Istituto Tecnico Tecnologico, è quello di una più stretta collaborazione scuola-azienda. Ritengo che oltre alle Università il mondo imprenditoria deve collaborare strettamente anche con la scuola superiore.
Mi riferisco per esempio ai progetti di apprendistato scuola-lavoro che ENEL ha avviato da circa 2 anni, che di fatto permette al diplomato di transitare direttamente all’ interno dei reparti di produzione. Tutti i grandi gruppi industriali dovrebbero avviare questa forma di stretta collaborazione tra aziende e scuole superiori per la formazione di tecnici da inserire immediatamente nel percorso lavorativo alla fine del percorso scolastico: insieme alle aziende e istituzioni si condivide un progetto formativo e didattico che possa coniugare la formazione di base e quella tecnica, con tecnici aziendali a fare da docenti nelle scuole e docenti che si formano in azienda.
Anche qui però siamo alla problematica culturale, questa volta di alcuni grandi manager solo sensibili al risultato di oggi e poco proiettati al futuro del domani. In effetti qui la politica potrebbe fare molto di più, e i continui cambiamenti dei vertici ministeriali non favoriscono percorsi a lungo termine ma, spesso si è concentrati solo su altre problematiche secondo me meno importanti.
La scuola è dei ragazzi, degli studenti, di tutti gli studenti ai quali dobbiamo offrire il meglio di tutto, non possiamo posporre le posizioni di classifica a vantaggio di altri soggetti della scuola.
Spesso si vedono proteste che tutto hanno anziché il benessere e l’utilità dello studente, proteste politiche di quello o questo schieramento, dirette ad occupare posizione di comando o di privilegio finalizzate al proprio utile.
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