Arriva l’accordo tra Miur e industriali per favorire la diffusione nelle scuole della pratica dell’alternanza scuola-lavoro.
È l’obiettivo che si pone il protocollo d’intesa che il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, siglato con Confindustria a Veronafiere, nel corso di “Job&Orienta”, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro: l’accordo punta a garantire per i giovani lo sviluppo di competenze e abilità professionalmente riconoscibili e spendibili nel mercato del lavoro. L’accordo rientra, tra l’altro, con le norme incluse nella Legge 107/15 che ampliano le esperienze di stage di tecnici e professionali, portate a 400 euro obbligatorie complessive nel triennio finale, e introducono le medesime esperienze in azienda anche nel licei (200 ore nel triennio conclusivo).
Il protocollo prevede un’azione congiunta tesa a favorire la diffusione nelle scuole della pratica dell’alternanza scuola lavoro, resa obbligatoria dalla recente legge di riforma del sistema di istruzione per tutti gli studenti degli ultimi tre anni della scuola secondaria di secondo grado.
Con il Protocollo Confindustria si impegna a sostenere l’attuazione della ”Buona Scuola” mobilitando le aziende associate, anche attraverso la propria articolazione territoriale e settoriale.
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“Il Ministero – ha detto il ministro Giannini – ha come cardine fondamentale la presenza strutturale dell’alternanza scuola-lavoro nella scuola italiana”. “Finalmente – ha aggiunto – ci vuole la controparte e questa firma con Confindustria, con le imprese grandi, medie e piccole, che oggi ci sono, dimostra quello che abbiamo sempre detto, che oltre al Governo e al ministero, è necessaria la presenza del mondo elle imprese che apre le sue porte ai ragazzi”.
La firma del protocollo per il ministro Giannini, “significa un passo decisivo per una maggiore e migliorie occupabilità. Aver già sperimentato – ha aggiunto – un sapere applicato, oltre a quello teorico, prima di uscire dagli studi favorisce un collocamento nel mondo del lavoro e permette alle aziende di conoscere prima i ragazzi”.
“Inoltre – ha continuato il titolare del Miur – significa acquisire precocemente una cultura del lavoro che è anche cultura dello stare insieme, di condividere scelte; quello che si chiama ‘teaming’, un elemento un po’ estraneo alla nostra scuola che aveva ancora un impianto novecentesco, individualista”. “Infine – ha concluso il ministro – significa fare scelte verso un orientamento che dimostri ai nostri ragazzi quali sono le strade per potenziare il loro talento e quindi sono tutti punti fondamentali”.
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