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Alternanza Scuola Lavoro, ok negli istituti tecnici ma nei licei non funziona

L’alternanza scuola lavoro viaggia a due velocità: piuttosto spedita per gli istituti tecnici, molto lenta e incerta per gli studenti del liceo. Sembra essere questa la sintesi dei primi due anni di alternanza scuola lavoro, con il terzo anno che ha il compito di cambiare decisamente marcia.

INDAGINE RETE DEGLI STUDENTI MEDI

L’indagine portata avanti su 4mila ragazzi delle superiori da Rete degli studenti Medi, anche se non può essere considerata esaustiva al 100%, è senza dubbio piuttosto indicativa e verosimile, incrociando le esperienze raccolte nel corso di questi 2 anni.

Come riporta anche il Sole 24Ore, l’indagine ha preso in esame istituti professionali, tecnici e licei suddivisi in base al loro peso. Il risultato principale è che uno studente su due da una valutazione complessivamente positiva dell’alternanza scuola lavoro (400 ore obbligatorie nell’ultimo triennio negli istituti e 200 ore nei licei).
Andando nello specifico, è stata ritenuta utile per “l’acquisizione di competenze specifiche” e per “capire il lavoro per cui si è più portati”.
Tuttavia, uno studente su tre ha dato invece una valutazione pesantemente negativa: nel mirino soprattutto la poca coerenza con il percorso scolastico e la mancata personalizzazione del percorso di alternanza. Ma quest’ultimo giudizio marca la differenza fra istituti tecnici, professionali e licei, con quest’ultimi che danno un voto insufficiente alla loro esperienza, mentre per i compagni dei tecnici e dei professionali, dove, va detto, l’alternanza scuola lavoro è più rodata – il giudizio è molto positivo (in media 4 punti su 5) sia rispetto alla coerenza del percorso svolto, che all’utilità, che all’orientamento al lavoro. Dagli studenti dei licei arriva invece un giudizio molto critico: alle stesse domande corrispondono punteggi bassi, sotto la sufficienza (in media 2,5 su 5).

LICEI E ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI: LE DIFFERENZE

L’indagine evidenzia che innanzitutto i liceali sono quelli che hanno svolto maggiori esperienze prive di attività propedeutiche: il 59,5% non è stato formato prima contro il 40,5% degli istituti tecnico professionali. Nei licei tra l’altro è più frequente che i percorsi di alternanza si svolgano all’esterno dell’orario scolastico.
Ma il dato più allarmante emerso dall’indagine è che gli studenti del liceo possono fare affidamento su docenti spesso più impreparati per questa esperienza: a dichiarare di avere un insegnante adeguatamente formato è stato solo il 31% dei liceali (contro il 69% degli altri studenti).

Anche la formazione dei Tutor nei posti di lavoro sembra essere penalizzante per i liceali: il 62% degli studenti che non lo avevano affatto (15,4% del totale) proviene proprio da lì. Più in generale solo il 25% degli studenti è stato seguito da un dipendente con delega specifica, mentre sono il 33% quelli che avevano come tutor aziendale un dipendente con altre mansioni (principalmente negli enti pubblici e nei musei). Il 24,6% aveva lo stesso datore di lavoro, soprattutto nel caso di micro e piccole imprese.
Ancora più preoccupante invece il dato secondo il quale un 15,4% di studenti è stato completamente lasciato a se stesso, privi di una qualsivoglia guida.

Insomma, ci si aspetta molto quest’anno dai percorsi di alternanza scuola Lavoro, perché se da un lato pare aiutare e coinvolgere una parte di studenti, lascia nell’incertezza e nella disorganizzazione un’altra parte, che ha la necessità di “imparare facendo” esattamente come gli altri compagni.

Fabrizio De Angelis

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