A un anno di distanza dal varo della legge 107, approvata il 13 luglio 2015, che ha introdotto e regolamentato l’obbligo di alternanza scuola-lavoro, si tirano le somme dei risultati.
“Una vera e propria rivoluzione, che questo governo ha inteso sostenere anche finanziariamente con una dote di 100 milioni di euro all’anno”, aveva ricordato a ottobre la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, aggiungendo che “quest’anno avremo almeno 500mila ragazzi impegnati obbligatoriamente nell’alternanza. A regime, sul triennio, saranno circa un milione e mezzo gli studenti coinvolti”.
Dal comma 33 al 38 della legge si parla infatti di alternanza scuola-lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, da svolgersi anche in periodo estivo, mentre dal comma 39 al 44 sono previsti finanziamenti e un registro presso le Camere di commercio per le imprese che realizzeranno l’alternanza.
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Il ‘Registro nazionale per l’ alternanza’, però, non è ancora decollato e fa discutere l’obbligo di una doppia ‘tassa’ che le aziende devono pagare per iscriversi: si tratta dell’imposta di bollo, pari a 65 euro, e dei diritti di segreteria, pari a 90 euro (con qualche agevolazione per le coop sociali).
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