In materia di alternanza scuola lavoro c’è qualche interessante novità: il 18 ottobre scorso le confederazioni Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il Ministro dell’Istruzione esprimendo sulla questione una posizione che potrebbe non essere pienamente condivisa dai sindacati del comparto.
Anche le confederazioni vogliono dire la loro
“Si tratta di un fatto importante – commenta sulla sua pagina FB Fabrizio Dacrema che ha partecipato all’incontro in rappresentanza della Cgil – perché finora la questione di cosa fare dell’alternanza, a fronte delle difficoltà incontrate nella prima attuazione, era sembrato un problema tutto interno al mondo della scuola e alle forze politiche populiste ora al governo. Come se l’altro polo di questa interazione scolastica non fosse il ‘lavoro’ e quel mondo ampio e articolato di valori e interessi che lo rappresenta”.
“Le confederazioni sindacali – spiega Dacrema – hanno posto al centro dei loro interventi un punto fermo e condiviso: l’alternanza scuola lavoro non deve essere indebolita ma rafforzata qualificandola. Il governo, invece, sta considerando l’alternanza come uno spreco di tempo e di risorse da tagliare: con la legge di bilancio si appresta a cambiare la legge 107/2015 riducendo pesantemente i monte-ore triennali minimi (180 per i professionali, 150 per i tecnici, 90 per i licei) e a ridurre proporzionalmente i finanziamenti specifici (100 milioni introdotti dalla legge 107)”.
Le richieste delle confederazioni
Ma, nel concreto, cosa chiedono su questa materia le confederazioni sindacali?
E’ sempre Fabrizio Dacrema che elenca le condizioni che le confederazioni sindacali hanno posto per qualificare i percorsi di alternanza:
• conferma dell’obbligo dell’alternanza come diritto di ogni studente ad apprendere competenze utili per il lavoro e la cittadinanza attiva;
• significatività dei percorsi di alternanza e loro chiara finalizzazione all’apprendimento delle competenze trasversali/soft skill e tecnico-professionali se coerenti con l’indirizzo degli studi;
• presenza di queste competenze come oggetto dell’esame di maturità e completamento del monte ore come condizione di accesso;
• investimento di tutte le risorse (stanziamento legge 107/2015 e PON Scuola) per potenziare e qualificare i percorsi.
Intanto dall’incontro arriva un risultato: l’amministrazione, a partire dalla stesura delle nuove Linee guida, si è impegnata ad avviare il confronto con le confederazioni sindacali sulle azioni di miglioramento dell’alternanza scuola lavoro, a partire dal rafforzamento delle azioni di sistema.
Come dire che, di qui in avanti, quando si parlerà di alternanza scuola lavoro il Governo si dovrà confrontare non solo con i sindacati del comparto ma anche con le confederazioni.
A latere va evidenziato il duro giudizio di Dacrema che coinvolge non solo le scelte del Ministro ma anche la linea dei sindacati di categoria: nel governo – scrive Dacrema – “prevale l’esigenza di ottenere consenso a buon mercato tagliando ore e risorse finanziarie all’alternanza per poi distribuirle a meno impegnativi capitoli di spesa; si ottiene così consenso dai settori più conservatori del mondo della scuola e del mondo del lavoro e si trovano risorse per alimentare un nuovo fiume di spesa pubblica che, invece di investire in ricerca e competenze per attivare le persone e creare lavoro, torna a politiche passive e risarcitorie”.