È stato presentato oggi, 7 dicembre, il Rapporto Censis 2018 sulla situazione sociale del Paese.
Un capitolo del Rapporto, arrivato alla sua 52ª edizione, è dedicato ai «Processi formativi».
Tra i temi trattati, uno è riguarda l’alternanza scuola-lavoro.
Secondo il Censis, alla conclusione del primo triennio di attuazione dei percorsi di ASL nella scuola secondaria di II grado, così come delineati dalla «Buona scuola», i dirigenti scolastici consultati ritengono che nei licei la principale criticità sia lo scetticismo da parte dei docenti per la temuta contrazione del tempo per le discipline curricolari. Segue la realizzazione di un numero troppo alto di percorsi in alternanza, a causa di eterogeneità e piccola dimensione delle strutture disponibili.
Minori sono i livelli di problematicità segnalati per i percorsi tecnici e professionali.
Il Censis rileva delle differenze tra gli istituti del Centro-Nord e quelli Sud Italia, che anche a causa della rarefazione del tessuto imprenditoriale lamentano una maggiore difficoltà nel coinvolgere le imprese.
Il 51% dei dirigenti è molto d’accordo e il 32% abbastanza d’accordo sul fatto che l’alternanza scuola-lavoro disegnata dalla riforma sia una pratica positiva, migliorabile e da continuare per accrescere l’occupabilità degli studenti.
Altro tema affrontato riguarda la sicurezza e il benessere a scuola.
Il Censis riporta alcuni dati: nello scorso anno scolastico gli edifici senza certificato di agibilità erano 21.606 (il 53,8% del totale), senza certificato di prevenzione incendi 23.907 (59,5%) e senza entrambe le certificazioni 15.946 (39,7%).
Il primato della non conformità ce l’ha il Lazio, con oltre il 70% degli istituti scolastici privi delle due certificazioni, seguita da Sardegna (65,1%), Abruzzo (63,4%) e Calabria (63,3%). Oltre un quinto degli edifici scolastici (23,1%) è stato costruito prima del 1960 (quota che supera il 40% in Campania), il 28,2% è nato per un uso diverso da quello scolastico (in Liguria si arriva al 49,8%).
Per quanto riguarda il benessere a scuola, aecondo gli oltre 900 dirigenti scolastici interpellati dal Censis, sono gli episodi di bullismo (75,9%), cyberbullismo (67,3%) e furti ai danni di altri studenti o insegnanti (60,4%) a interferire più frequentemente con la normale vita scolastica. Senza contare gli atti di vandalismo verso la struttura e le dotazioni (54,4%), insubordinazione o violenza verso il corpo docente (42,4%), discriminazione verso donne, stranieri o disabili (34,3%).
Altro problema riguarda lo spaccio, segnalato dal 31%, e il consumo di droghe nelle vicinanze della scuola (23,9%). Per contrastare a scuola uso e spaccio di droghe, il 64,6% dei dirigenti si è dichiarato molto d’accordo nel privilegiare la collaborazione tra scuole, aziende sanitarie locali e associazioni che operano nella prevenzione, il 54,5% ritiene necessario preparare meglio gli insegnanti, il 45,7% punta sulla necessità di lavorare in via preventiva su informazione ed educazione degli studenti, il 46,7% ritiene comunque che il rafforzamento di videosorveglianza e controlli fuori dalle scuole più a rischio tranquillizzi famiglie e ragazzi.
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