Sull’alternanza scuola-lavoro, la ministra dell’Istruzione non accetta critiche o richieste di ritorno all’antico, perché è “un modo per qualificare la didattica nelle scuole”.
“Non è sfruttamento ma un’innovazione didattica che avvicina saperi tradizionali a ulteriori conoscenze”, sostiene Valeria Fedeli partecipando il 10 aprile a Milano agli ‘stati generali dell’alternanza scuola lavoro’.
“Dove ci sono episodi, che – ha ammesso – possono succedere, ho già detto che l’importante è segnalarlo” sul portale e “al preside che non deve ammettere lo sfruttamento”.
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E ancora: “l’alternanza scuola lavoro è una qualità innovativa della didattica e non deve essere utilizzata per far fare a studentesse e studenti lavori che devono essere fatti dai dipendenti”. Quindi, è il suo appello, “se ci sono episodi, me li segnalino subito perché interverremo immediatamente”.
Una parte degli studenti, però, non sembra pensarla come la Fedeli: ‘Alternanza in Statale: la punta dorata di un iceberg di sfruttamento’ è il testo di uno dei volantini e degli striscioni che a Mlano alcuni studenti del collettivo universitario Cut hanno mostrato in università, proprio davanti all’aula magna dove la ministra ha preso la parola.
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