Si è svolta ieri, 27 gennaio 2016, una riunione interlocutoria riguardante l’applicazione dei commi della Buona scuola sull’alternanza scuola lavoro.
Si tratta dei commi da 33 a 43 che disciplinano l’alternanza negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio.
Nel corso dell’incontro l’Amministrazione ha illustrato le iniziative in corso o che si intendono intraprendere:
Secondo quanto comunicato dal Miur alle organizzazioni sindacali, è in fase di avanzata elaborazione lo Statuto degli studenti e delle studentesse in alternanza, oggetto di confronto con il forum degli studenti e di numerose e varie stesure.
Per quanto concerne le risorse a disposizione delle scuole per l’alternanza, oltre a quelle provenienti dalla legge 440/97 e, per l’anno scolastico in corso, quelle determinate dal D.M. 435/15, ci saranno i 100 milioni di euro per anno finanziario stanziati a partire dal 2016 della Legge 107/15 e i finanziamenti previsti nell’ambito del PON “Per la scuola”.
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Con riferimento alle risorse della legge 107/15, saranno assegnate alle scuole (con vincolo di destinazione) all’interno del fondo per il funzionamento, in proporzione al numero degli studenti frequentanti le classi terze, quarte e quinte e tenuto conto del diverso carico orario tra licei, da una parte, e istituti tecnici e professionali dall’altra. “Tale ripartizione – scrive la Flc Cgil – opererà su tutta la cifra stanziata dalla Legge 107/15 già a partire dal corrente anno scolastico e indipendentemente dal fatto che le nuove norme sull’alternanza si applicano nel 2015/16 solo per le classi terze”.
Il Sindacato Scuola, pur apprezzando la convocazione da parte del Miur (e sottolineando invece la mancanza di apertura da parte del Ministero del Lavoro), ha denunciato “la situazione di grande disorientamento delle scuole di fronte alle incombenze previste dalla legge 107/15 sull’alternanza che sta comportando, spesso, scelte di puro adempimento formale alle norme, con il rischio di contribuire a fornire inopinatamente manodopera gratuita alle imprese”.
L’alternanza non deve avere come finalità quella “di dare risposte alle richieste del mercato del lavoro, tanto più quanto essa è destinata a una platea, che a regime, sarà di circa un milione e mezzo di studenti”.
A tale proposito, preoccupanti sono le frequenti situazioni di enti o associazioni o studi professionali che propongono alle scuole pacchetti chiavi in mano per la realizzazione di percorsi in alternanza.
Secondo la Flc Cgil, è quindi necessario “porre l’accento sull’alternanza quale metodologia di realizzazione dei percorsi della scuola secondaria di II grado, porre l’attenzione sugli studenti e sullo sviluppo delle capacità di conoscenza, comprensione, interpretazione e di cambiamento della realtà a partire anche dai contesti lavorativi. In questo senso l’alternanza potrebbe contribuire a rinnovare metodi di lavoro e modalità organizzative delle scuole secondarie di secondo grado”.
Quindi, sarebbe auspicabile non tanto una guida operativa, quanto un piano di azione pluriennale che preveda gradualità e il coinvolgimento attivo delle singole istituzioni scolastiche.
Così come dovrebbe essere chiaro che le risorse della Legge 107/15 dovranno essere prioritariamente utilizzate per garantire la sicurezza degli studenti e per retribuire sia i docenti tutor scolastici, sia tutti coloro che saranno impegnati nelle flessibilità nell’organizzazione oraria e delle classi e nelle attività di supporto tecnico, amministrativo e ausiliario.
“L’apertura dell’amministrazione su questo tema – conclude il Sindacato – con il richiamo alla contrattazione integrativa di istituto è apprezzabile. Vigileremo affinché alle parole seguano i fatti e daremo conto puntualmente anche dell’effettivo utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla legge 107/15”.
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