Il tema dell’alternanza scuola lavoro è al centro del dibattito sul futuro della scuola.
Ma è un dibattito che sinora è rimasto confinato nel nostro paese alla scuola secondaria superiore. E non poteva essere diversamente se si considera che i percorsi di alternanza già introdotti nel nostro ordinamento sono stati più concretamente definiti dalla legge 107/2015 con il chiaro intento di radicalizzarli nel sistema d’istruzione.
L’introduzione di uno stretto collegamento fra mondo del lavoro e istruzione sin dalla scuola secondaria però è da molti messo in discussione e su di esso c’è chi prefigura modifiche.
Sarebbe opportuno però che si riflettesse sul tema dell’integrazione fra imprese e istruzione anche guardando al mondo dell’Università dove un sistema ben inquadrato di collegamento fra scuola e lavoro in un contesto di alta formazione lo ritroviamo nelle business school. Un modello che in una Europa che punta sull’innovazione non può essere trascurato, intanto perché si tratta di esperienze positive che hanno superato da tanto la fase di “rodaggio” e soprattutto perché i risultati in termini di occupazione degli studenti a conclusione del percorso formativo sono altissimi.
Recentemente il MIUR ha riconosciuto al campus torinese della business school Escp Europe, il riconoscimento di Università straniera in Italia. Una decisione che proietta e salda con il sistema d’istruzione europea la scuola, diretta da Francesco Rattalino e il cui presidente è Francesco Profumo, già ministro dell’istruzione e rettore del Politecnico di Torino.
L’Escp Europe Torino Campus adesso offre la possibilità di conferire titoli di laurea di primo livello e magistrale. L’obiettivo e le prospettive sono dirette prevalentemente al mercato europeo e forse quando si parla di alternanza scuola-lavoro nelle scuole secondarie superiori, si dovrebbe cominciare a pensare anche ad esso.