In questi giorni il Ministro Salvini, dopo l’incontro con le parti sociali, si è “accorto” che ’l’alternanza scuola-lavoro deve essere aumentata.”
Si riferiva ovviamente al numero di ore che il governo giallo-verde aveva dimezzato.
Il problema, però, non è il numero di ore da dedicare ai percorsi di ASL (che comunque hanno portato ad un taglio dei fondi pari al 50%) ma la sua collocazione strutturale nel sistema Istruzione
L’alternanza ha veramente cambiato pelle?
Ora prende il nome di “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” (PCTO) e, a detta di qualche esponente politico del M5S, è il primo passo per smantellare la cosiddetta “Buona scuola” di Renzi, dimenticando che la Legge 107 ne sanciva solio l’obbligatorietà
Infatti , l’Alternanza scuola-lavoro venne introdotta nell’ordinamento scolastico, come metodologia didattica per la realizzazione dei corsi del secondo ciclo, dall’art. 4 della legge 28/3/2003 n. 53 e disciplinata dal successivo decreto legislativo 15/4/2005 n. 77 con l’obiettivo di assicurare ai giovani, tra i 15 e i 18 anni, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato di lavoro.
L’art. 4 e il decreto attuativo focalizzavano l’attenzione sul raccordo della scuola con il tessuto socio-produttivo del territorio e l’apprendimento in contesti diversi quale metodologia didattica innovativa per rispondere ai bisogni individuali di formazione e valorizzare la componente formativa dell’esperienza operativa (esperienza “in situazioni”)
L’esperienza operativa già tendeva, tra l’altro, a rafforzare quelle competenze trasversali di cui oggi tanto si parla nel nuovo assetto proposto dai giallo-verdi, anzi quel rafforzamento era e doveva essere il fulcro dell’intero percorso.
Il cosiddetto “mondo del lavoro” deve poi essere inteso in un senso più largo e non strettamente legato all’azienda in senso stretto: si può apprendere in un museo (contesto operativo) attraverso una curvature di singole discipline (ad esempio greco, latino, storia dell’arte ecc.)
Il curricolo che diventa flessibile e la disciplina che si curva in funzione di un processo che potrà essere osservato, vissuto, metabolizzato!
Questo il vero senso dell’ASL.
Il sapere che si trasforma in competenza attraverso il fare operativo, competenze che rientrano nel curricolo arricchendolo.
Un processo, quindi che parte dal curricolo e che nel curricolo rientra, apportando ad esso un valore aggiunto forse non facilmente misurabile ma egualmente concreto ed importante!
I processi di alternanza scuola lavoro, se ben progettati, rappresentavano il terreno ideale per “lavorare per competenze”.
L’ASL, infatti, è stato il primo vero percorso progettuale incentrato sulla Didattica per competenze di cui se ne è fatto, ed ancora si fa, un gran parlare ..a vanvera ed a..chiacchiere
Ma è stato proprio così? Qualcosa non ha funzionato o è stato male interpretato fino a far diventare i percorsi di ASL inutili e poco significativi per l’arricchimento del curricolo?
Non è possibile che una eccessiva enfatizzazione abbia portato ad idealizzare un percorso che, nei fatti, non corrisponde al modello cui si accennava?
Tutti interrogativi legittimi che lasciano spazio a dubbi e perplessità ma che, tuttavia, inducono a riflettere su quella che “non è”, e “non doveva essere”, l’alternanza!
Non è un “progetto”, “non è uno stage né un tirocinio”, “non è l’enfatizzazione dell’extracurricolo”!
-Se non è un progetto è sicuramente una modalità di apprendimento.
-Se non è uno stage è un processo che viene osservato e verificato in ambiti diversi dalla Scuola.
-Se non enfatizza l’extracurricolo è certamente l’esaltazione del curricolo.
Bastava vigilare sugli impianti e verificare a monte la qualità dei percorsi
Bastava rivedere le linee guida intervenendo su contraddizioni e interpretazioni
Bastava, bastava, bastava…
Evidentemente era troppo complicato e si è cambiato cambiando poco, anzi creando ancora più incertezze
Ecco perché, non comprendo il senso dei PCTO
Personalmente ritengo che nel tentativo di smantellare la Buona Scuola, si stia facendo una gran confusione.
Giorgio Mottola