Che le prime esperienze di Alternanza Scuola Lavoro non siano state come si immaginava già si sapeva, ma in alcuni casi si è trattato di autentico sfruttamento nei confronti di giovani studenti.
E’ L’Unione degli Studenti della Puglia a lanciare l’allarme Alternanza scuola-lavoro, che in questi giorni ha lanciato la campagna “Alternanza-sfruttamento? A scuola #ionofacciopraio”, per portare alla luce i casi di ‘uso distorto’ di tale percorso formativo.
Il Fatto Quotidiano, racconta alcune di queste esperienze tutt’altro che formative previste dalla legge 107: Nadia, al quarto anno di un professionale alberghiero della provincia di Bari è stata mandata in una fiera dedicata alla promozione di matrimoni a distribuire volantini. “Lì – racconta – facevo solo quello e davo indicazioni al pubblico che mi chiedeva informazioni sulle toilette o su dove trovare uno stand”. Ma non basta. Secondo Nadia sono stati violati anche i minimi diritti del lavoratore: “Spesso mi è capitato di fare dieci, dodici ore continuative con una pausa di quindici minuti al massimo”.
E al ristorante, come riporta il quotidiano romano, non è andata meglio. Lei che segue il corso di cucina si è trovata accanto al cuoco una sola volta: “Per il resto delle ore ho pulito tavoli e bagni. L’alternanza dovrebbe essere un’opportunità e un percorso di crescita professionale ma le aziende ci usano come manovalanza gratuita”.
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Leonardo invece, al quarto anno del liceo scientifico Cafiero a Barletta, racconta di aver “catalogato locandine di film degli anni Ottanta che erano conservate negli armadi da anni. Per cinque giorni abbiamo fatto questa attività. Nella nostra scuola non c’è alcun corso di cinematografia ma siamo finiti lì. Anche i miei compagni non hanno fatto nulla che si avvicinasse alle materie del nostro corso di studi: alcuni studenti sono finiti a catalogare libri in biblioteca. Di questi lavori dovrebbero occuparsi i dipendenti delle aziende non gli studenti”.
Addirittura questi ragazzi lamentano spesso il mancato appoggio da parte dei prof, che chiamati in causa in queste situazioni di sfruttamento rispondono ai propri allievi: “tutto serve alla vita!“
Certamente stiamo parlando di alcuni casi in cui l’Alternanza Scuola Lavoro non solo non ha funzionato, ma addirittura, come sospettavano molti, ha garantito lavoro gratuito per molte aziende.
Per il resto, esistono casi in cui i percorsi hanno mostrato effetti positivi e altri nessun effetto, ma bisogna ammettere che il progetto stenta a decollare, forse per una mancanza di organizzazione, forse per un deficit culturale, ma come ha detto il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi, “non esiste una ragazza che fa volantinaggio per dodici ore! Se c’è qualcosa che non va – dice il sottosegretario – ed è oggettivo, abbiamo il dovere di intervenire. Siamo in una fase iniziale e non possiamo permetterci di sbagliare”.
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