Abbiamo già parlato dei problemi che stanno caratterizzando molti percorsi di dell’Alternanza Scuola Lavoro, analizzando la situazione dal punto di vista degli studenti.
Come ha anche affermato il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi, l’alternanza, uno dei capisaldi della riforma della Buona Scuola, stenta a decollare, e si devono studiare bene le cause per capire come migliorare i percorsi.
Trattandosi comunque di una novità per la scuola, anche i docenti si trovano ad affrontare situazioni dubbiose in merito, come ad esempio il ruolo e le responsabilità dell’insegnante scelto come tutor didattico.
Alcuni lettori chiedono, fra i vari quesiti, nel caso di mancata disponibilità del personale docente a svolgere l’incarico di tutor per l’alternanza, se il dirigente scolastico possa nominare direttamente l’insegnante e quindi costringerlo ad accettare l’incarico.
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In questo caso, bisogna prendere come riferimento il contratto di lavoro collettivo per rispondere a questa domanda. Il contratto, infatti, prevede che il servizio svolto dall’insegnante nell’arco di una settimana deve essere di 18 ore, superate le quali, scatta lo straordinario che prevede una retribuzione supplementare e soprattutto non ha carattere di obbligatorietà.
Di conseguenza, se l’attività di tutor didattico per l’alternanza scuola lavoro è compresa nelle 18 ore, la chiamata d’ufficio del Ds diventa obbligatoria. Diversamente, se l’incarico porta il docente a superare il monte orario settimanale di servizio, questo può rifiutare l’incarico senza problemi.
Quindi è bene valutare a fondo la questione e quello che ci sentiamo di consigliare resta il dialogo con il dirigente e provare a stabilire un’organizzazione interna che non preveda chiamate obbligatorie e scontri con il DS o con altri colleghi.
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