“L’alternanza scuola e lavoro è un tema importante e serve l’impegno da parte di tutti”, ma siamo in ritardo di 20 anni.
Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, a margine di una iniziativa a Milano, ribadendo l’importanza di questo progetto nell’ambito della politica scolastica attuata da questo Governo: siamo però in ritardo di 20 anni; adesso occorre premere sull’acceleratore, ha sottolineato il responsabile del dicastero del Lavoro.
“Ora dobbiamo fare in modo di mettere in connessione lo studio con quello che si impara direttamente nel mondo del lavoro” ribadisce il Ministro, confermando la necessità di una stretta connessione tra scuola, famiglia e imprese.
Prende forma quindi la via italiana al sistema “duale” su cui il ministero del Lavoro ha stanziato 87 milioni di euro a cui vanno aggiunti 4 milioni di euro che Lombardia, Marche e Valle d’Aosta hanno deciso di destinare per il prossimo anno formativo.
Secondo Poletti, quella di imparare lavorando è la strada giusta, perché dà l’opportunità ai ragazzi che vanno in azienda di acquisire competenze specifiche, know how professionale utile per introdursi al meglio nel mondo del lavoro.
Dopo la fase sperimentale che ha portato già 16 Regioni ad avviare progetti sperimentali e offerte formative, tra cui il Piemonte, il Lazio e della Lombardia in cui sono stati sottoscritti già quasi mille contratti di apprendistato, soprattutto nel settore terziario, manifatturiero e meccanico, a regime si arriverà nei prossimi tre anni ad avere un milione e mezzo di adolescenti che faranno l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro.
Certamente il programma ha necessità di rivedere alcuni aspetti , un tuning naturale dopo il primo periodo di esperienza, ma “l’obiettivo forte rimane quello di risolvere due problemi insieme: l’abbandono scolastico e la disoccupazione per mancanza di competenze”, ha aggiunto il sottosegretario Luigi Bobba.
I dati sul primo fenomeno sono purtroppo dati allarmanti. «Il tasso di abbandono scolastico nel nostro Paese – ricorda il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi è in media del 17%, con punte del 30% per gli istituti tecnici». Paradossalmente, invece, “ci sono più di 60mila aziende che cercano lavoratori con particolari caratteristiche e non li trovano”.
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