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Alternanza scuola-lavoro: il registro nazionale serve per conoscere le imprese che aderiscono

Con la riforma della “Buona Scuola”, almeno 200 ore nei licei e 400 negli Istituti Tecnici e Professionali devono essere svolte dagli studenti in un ambito lavorativo.

Il punto di incontro tra i ragazzi e le imprese è il Registro Nazionale affidato alle competenze delle Camere di Commercio.

Le statistiche di Unioncamere sui fabbisogni occupazionali delle imprese italiane dicono che solo tra agosto e settembre le imprese avranno l’esigenza di riempire oltre 800 mila posti di lavoro. In particolare sono ricercati professionisti altamente qualificati da inserire in vari settori nei servizi , operai di macchinari e operai specializzati. Nel 34,2% dei casi la ricerca è orientata verso i giovani.

Eppure come riporta l’articolo di Paolo Ghezzi, Direttore generale di Infocamere (qui articolo completo), “secondo le stesse aziende un’assunzione su quattro è caratterizzata da “difficoltà di reperimento del profilo professionale richiesto”.

La domanda quindi non incontra l’offerta e questo divario è ancora più forte per le figure professionali fortemente specializzati o dall’elevato know how.

Un gap che dovrebbe essere colmato almeno sulla carta dalla riforma della “Buona Scuola”, anche grazie al contributo portato dai progetti sull’alternanza scuola-lavoro. Dopo una prima fase che possiamo chiamare di prova, di test per verificare la bontà della soluzione, oggi sicuramente è importante come primo passo far conoscere agli studenti le Imprese e gli strumenti messi in campo dalla riforma stessa e le relative opportunità che vengono loro offerte. Su questi aspetti gioca un ruolo fondamentale proprio il Registro Nazionale.

Il Registro come riporta lo stesso Ghezzi “è il punto d’incontro istituzionale ‘virtuale’ tra i ragazzi che frequentano il triennio conclusivo di istituti tecnici e professionali o di un liceo e le imprese disponibili ad offrire loro un periodo di apprendimento ‘on the job”.

 

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Al Registro possono iscriversi gratuitamente imprese, enti pubblici e privati, associazioni e professionisti disponibili ad offrire percorsi di alternanza (anche in regime di apprendistato) contribuendo , così, a “costruire” le professioni del domani sulle base delle reali esigenze del mercato del lavoro. Una risposta quindi, alla domanda di percorsi di alternanza degli studenti, individuando opportunità reali e certificate di apprendere lavorando.

Utilizzando le proprie credenziali SPID, si possono dunque, prendere tutte le informazioni utili delle imprese che aderiscono  come ad esempio la loro struttura organizzativa, il settore di appartenenza, il numero di addetti.

Ma Alternanza scuola-lavoro è anche l’occasione per implementare progetti di crescita del know how sull’innovazione digitale.

Un percorso che può avere come obiettivi la progettazione di un’APP, di uno zaino intelligente, insomma la possibilità di creare un prototipo che nasca da una loro idea e che viene realizzata grazie al lavoro in team.

Uno di questi esempi dove è possibile “lavorare”, progettando qualcosa di concreto ed imparando il mondo del digitale è la Palestra dell’innovazione, realizzata a Roma , nata come luogo ideale per sviluppare l’apprendimento “aumentato”. Nei diversi ambienti digitali messi a disposizione i giovani possono arricchire la formazione scolastica con l’acquisizione di competenze maturate sul campo, lavorando al fianco di coach e mentor che possono insegnare loro ad affrontare le veloci e complesse trasformazioni del mercato del lavoro.

Si tratta di un’esperienza pilota come riportato da Mirta Mirchilli direttore della Fondazione Digitale” per integrare l’educazione all’imprenditorialità nel sistema d’istruzione e affrontare in modo sistemico l’emergenza formativa dei giovani in transizione”. Phyrtual Factory, continua nel suo articolo Mirchilli “è l’unico “pre acceleratore” che coinvolge i giovani mentre sono ancora a scuola o all’università, sostenendoli nel percorso dall’ecosistema personale all’ecosistema dell’innovazione.

Alla Phyrtual Factory i giovani trovano quindi, tutti gli strumenti per diventare prima di tutto imprenditori di se stessi.

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Dino Galuppi

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