L’alternanza scuola lavoro fa ancora discutere: stavolta sono degli annunci di lavoro da parte di imprese, che cercano ragazzi da inserire nel proprio organico per un progetto. Ma i requisiti che cercano negli studenti sembrano essere per alcune aziende la bella presenza e la mancanza di piercing e tatuaggi. Così riferisce la Rete degli studenti Medi.
Non sono bastati i problemi dei primi 2 anni di alternanza scuola lavoro, che ha visto più ombre che luci, almeno secondo il 57% di studenti ha riferito di svolgere attività totalmente avulse dal proprio piano di studi, mentre uno studente su quattro ha affermato di essere stato sfruttato con tutto il seguito di diritti negati, assenza del tutor e difficoltà nello studio (quello per cui si era iscritto a scuola) per via dei ritmi imposti dall’attività, ricorda anche Il Corriere della Sera.it.
Infatti, andando a scorrere sulla pagina Facebook di Rete Studenti Medi, si trovano gli Screenshot degli annunci “incriminati”, all’interno del Registro delle Imprese realizzato da MIUR e dalle Camere di Commercio. Nei prerequisiti per svolgere il proprio percorso di alternanza scuola lavoro, richiedono è richiesta “bella presenza“.
“Tra i requisiti fondamentali per frequentare alcuni percorsi, spiega Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, per lo più nel settore della ristorazione e del turismo, sembra essere necessaria, prima di qualsiasi tipo di competenza, bella presenza, no piercing o tatuaggi. Ancora prima di competenze quali la conoscenza della lingua o l’uso strumenti informatici, insomma, si chiede che uno studente abbia un bell’aspetto”. Capita infatti di leggere sul Registro Nazionale per l’Alternanza che per lavorare in una pasticceria vicino Bergamo; o in un albergo toscano, o in uno di Bolzano vengono richiesti «bella presenza, serietà, impegno”. In alternativa, si può “puntare” su altri lavori estremamente incoerenti con l’apprendimento didattico: vengono offerte posizioni da segretaria, o da magazziniere, attività “estranee a qualsiasi obiettivo didattico, modalità che esulano dal ruolo educativo che lo strumento persegue”, prosegue Manfreda, che riporta questa lettera alla Ministra Fedeli.
Anche durante gli Stati Generali dell’Alternanza scuola lavoro, Fedeli ha ribadito l’impegno di aumentare la vigilanza, presentando anche la “novità del bottone rosso”, che con un clic dalla piattaforma online dovrebbe aiutare gli studenti a smascherare le aziende e a segnalare le irregolarità.
Tuttavia, il coordinatore della Rete degli Studenti Medi, fa notare che “se non mi intendo di diritto di lavoro non mi rendo conto che una richiesta inappropriata maschera uno sfruttamento”, riproponendo nuovamente la richiesta di rendere operativo “il prima possibile l’Osservatorio nazionale sull’alternanza scuola lavoro, per avviare una revisione complessiva dei percorsi presenti sul portale. Perché pensiamo che l’alternanza non può e non deve essere lo strumento con il quale i luoghi di cultura e conoscenza del nostro paese si piegano alle peggiori logiche che sono diffuse nel mondo del lavoro. Ma, anzi, dovrebbe essere il modo per combatterle”.
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