Politica scolastica

Alternanza scuola-lavoro, mancano le linee-guida: protesta della Flc-Cgil

Che si parli di “Alternanza scuola lavoro” o di “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (è la nuova denominazione prevista alla legge di bilancio 2019) cambia poco: ai sindacati la cosa non convince.

Mancano ancora le linee guida

La Flc-Cgil, in particolare, lamenta il fatto che non c’è ancora traccia delle linee guida previste dalla legge di bilancio 2019 e che avrebbero dovuto essere emanate entro 60 giorni.
“In realtà – sottolinea il sindacato di Francesco Sinopoli – a parte la pesante riduzione delle risorse (da 100 a 42 milioni annui) che sta creando molti problemi alle scuole, di fatto tutto prosegue in base alle norme della Legge 107/15, compresa la parte del colloquio del ‘nuovo’ esame di Stato, dedicata all’alternanza”.
Flc-Cgil parla di “situazione, da un lato, paradossale e gattopardesca e, dall’altro, irrispettosa del lavoro che quotidianamente si svolge nelle istituzioni scolastiche”.

Il sindacato di Sinopoli che anche che “non si riproducano gli errori del passato in merito alla definizione dei documenti tecnici, come le linee guida, che non possono essere il prodotto di oscuri gruppi di lavoro; essi, invece, devono vedere una forte partecipazione delle istituzioni scolastiche e un confronto continuo con le organizzazioni sindacali e gli studenti”.

Secondo la Flc è necessario “pensare ai giovani non come soggetti passivi da istruire (al lavoro manuale o a quello intellettuale) ma come risorsa da valorizzare”  mentre “l’ideologia del capitale umano che sta dietro la legge 107/15 non mette al centro gli apprendimenti, ma piega all’interesse di brevissimo periodo del sistema produttivo così com’è, con tutte le sue storture e i suoi limiti la scuola”.

Ma la Flc-Cgil ha anche una propria piattaforma di richieste, evidenziate nel comunicato stampa di un paio di giorni addietro:

  • intervenire sulla legge 107/15 soprattutto riguardo le finalità dell’alternanza (anche se ridenominata), che non possono certamente riguardare il tema dell’occupabilità
  • eliminare definitivamente, e non solo rinviare di un anno, l’obbligo di frequenza del monte ore per l’accesso all’esame di stato;
  • eliminare la precisa quantificazione delle ore;
  • affermare con nettezza che i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento devono restare nella piena prerogativa gestionale delle autonomie scolastiche che devono definirne tempi, durata, modalità di svolgimento, in cooperazione con i soggetti esterni.
Reginaldo Palermo

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