Sull’alternanza scuola lavoro ancora vige un clima di incertezza: se da un lato il Ministro Bussetti ha fatto intendere più volte l’intenzione di intervenire su uno dei capisaldi della Buona Scuola, dall’altro lato ancora non è chiaro quali siano i punti, i temi e i tempi delle modifiche. Specie alla luce del fatto che l’esame di Stato 2019 prevede un ruolo speciale per il percorso di alternanza scuola lavoro.
In prima linea sul tema si muove intanto l’ANPAL, l’agenzia nazionale politiche attive del lavoro, che nei mesi scorsi ha lanciato un programma per l’assunzione di 250 tutor con competenze specifiche di formazione e orientamento da destinare a circa 1.200 scuole superiori per coordinare i percorsi di alternanza e favorire il contatto tra scuola e impresa. In questo periodo l’agenzia sta provando a potenziare il collegamento fra scuola e lavoro. Fra tutti, lo scorso 2 luglio Anpal e Fondazione Consulenti per il lavoro hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che mira a rendere i percorsi di transizione e alternanza scuola lavoro quanto più connessi ai cambiamenti in atto nel mercato del lavoro.
A parte le mosse dell’ANPAL, appare chiaro come il punto di partenza siano le criticità, in alcuni casi molto frequenti, riscontrate negli scorsi anni. “la volontà è migliorare la qualità dei percorsi: è un’opportunità per i nostri studenti delle scuole secondarie di II grado, purché venga gestita attraverso percorsi di assoluta qualità, con elevati standard di sicurezza”, dichiara Bussetti. Al contrario l’alternanza deve essere “un’opportunità per le scuole” e non deve essere “percepita come un dovere”.
I nodi principali da sciogliere sono quelli ricorrenti: l’obbligo di frequenza dei percorsi e il numero di ore elevato.
Per quanto riguarda il primo problema, sappiamo che M5S e Lega hanno indicato proprio l’obbligatorietà, come la causa principale dell’abbassamento di qualità: le scuole lo vedono come l’ennesimo obbligo burocratico da portare avanti e non viene sempre posta attenzione alla scelta delle attività. Il Ministro ha fatto intendere appunto di condividere tale visione, ma non possiamo affermarlo con certezza.
Invece, sulle ore di alternanza, come abbiamo già scritto, non sono pochi coloro che ritengono eccessive le 400 ore degli istituti tecnici e professionali e le 200 ore dei licei. Tutte queste ore sono considerate, da chi organizza questo progetto, un’enormità che va a discapito delle ore curricolari, dello studio dei ragazzi e della qualità dell’attività.
Infatti, per garantire lo svolgimento delle 200 ore nei licei, ad esempio, molte scuole, sottraggono tempo scuola alla didattica oppure costringono gli studenti a svolgere 5 ore di lezioni la mattina, e 5 il pomeriggio. In totale, stiamo parlando di di 80 ore sottratte al terzo anno di liceo, altre 80 ore al quarto e 40 ore l’ultimo anno. Quindi le modifiche maggiormente attese dal mondo della scuola sono proprio quelle relative all’obbligatorietà e quelle delle ore. Si attendono notizie nelle prossime settimane.
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