La Flc-Cgil pubblica un una presentazione sul tema della alternanza scuola lavoro e la polemica divampa.
Già nei giorni scorsi l’iniziativa del sindacato di Francesco Sinopoli aveva suscitato più di una critica su FB (la stessa Marina Boscaino, autorevole esponente dello schieramento anti-107, ha commentato con un secco “non c’è limite al peggio”).
Delle proteste degli studenti contro l’alternanza abbiamo già ampiamente parlato.
Ma, nelle ultime ore, arriva persino una presa di posizione ufficiale dell’USB, sindacato che ora si siederà, magari proprio vicino alla FLC, al tavolo della trattativi per il rinnovo del CCNL.
USB CONTRO FLC-CGIL
“Per noi – scrive l’Usb – è l’ennesima conferma dell’ambivalenza stridente in cui naviga questa organizzazione sindacale, che nemmeno un anno fa fingeva di spendersi nella raccolta firme per un referendum sull’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. Da anni diciamo che le azioni di pompieraggio, la totale assenza di contrasto reale alle politiche governative, dal Jobs Act alla Buona scuola con le sue leggi-delega, sono un chiaro segnale del collateralismo politico di un sindacato che non può che definirsi “giallo”. Questo documento oggi dimostra una volta di più quanta distanza ci sia tra la CGIL e il mondo della scuola fatto di studenti e lavoratori che stanno sperimentando sulla propria pelle il peggio della cosiddetta Buona scuola”. “Addirittura – si legge ancora nel comunicato USB – chi osa criticare le posizioni espresse in questo documento, come la collega Marina Boscaino, alla quale va tutta la nostra sincera solidarietà, viene insultato e tacciato di corporativismo (parole in libertà)”.
All’USB non piacciono soprattutto alcuni “slogan” contenuti nelle slide prodotte dalla FLC, come ad esempio: l’alternanza scuola-lavoro “non è una perdita di tempo ma uno strumento per innovare la scuola”, anzi è “un concetto potente per l’azione sindacale”.
USB: SIAMO STATI SUBITO CONTRO L’ASL
L’USB rivendica poi di aver preso le distanza dalla alternanza scuola-lavoro, fin da subito: “Quando nel 2015 nelle assemblee sindacali abbiamo cominciato ad analizzare la famigerata “Buona scuola”, uno dei temi più discussi è sempre stata l’alternanza scuola-lavoro. Spacciata come innovazione della riforma renziana, osannata come soluzione allo svecchiamento della formazione giovanile e propagandata attraverso un linguaggio accattivante, questa intrusione dell’impresa privata nelle scuole statali, nelle ore di didattica, nel tempo scuola dei giovani minori, ci è apparsa fin da subito come la ciliegina sulla torta dell’assalto definitivo alla scuola della costituzione: ai processi di aziendalizzazione e di privatizzazione, infatti, si è aggiunta con l’alternanza scuola-lavoro anche l’educazione allo sfruttamento e al lavoro senza tutele”.
“Tutto questo sfacelo – conclude l’USB – la CGIL non lo vede, non lo denuncia, non lo combatte. Noi non vediamo nessuna occasione nell’alternanza scuola-lavoro, non lo riteniamo un concetto potente per l’azione sindacale, non pensiamo che i nostri studenti debbano continuare a perdere ore di scuola per essere educati alla precarietà e sperimentare condizioni di lavoro sfruttati e senza diritti”
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