Quest’anno le esperienze di alternanza scuola-lavoro in azienda hanno cambiato nome, diventando “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, prendendo così le distanze dalla formazione più lavorativa e incentrandosi più sull’orientamento post-scolastico.
Ora, il mutamento comincia a comportare delle scelte importanti, facendo venire meno le aziende legate al modello passato. L’annuncio è stato fatto qualche settimana alla Tecnica della Scuola direttamente dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (“basta con gli stage nei fast food, servono aziende con pedigree”), il quale ha ribadito il concetto il 6 novembre.
Nel corso di un incontro tenuto con i rappresentanti degli studenti, Fioramonti ha detto di avere “di non rinnovare alcuni protocolli del Ministero che abbiano ad oggetto percorsi non formativi per i ragazzi e di procedere alla creazione immediata di un tavolo di confronto con larga parte della rappresentanza studentesca che lavori sulle modifiche alle linee guida stabilite dal precedente Ministro”.
Il ministro ha spiegato che “in accordo con le mobilitazioni mondiali a favore dell’ambiente”, ha “appoggiato a pieno l’idea di stabilire criteri chiari ed etici affinché le aziende coinvolte nel processo formazione-lavoro svolgano davvero un ruolo formativo e, nel contempo, orientino la visione dei ragazzi per il bene comune innanzitutto ambientale”.
La traduzione pratica del progetto condiviso è stata esplicitata da Giulia Biazzo coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, presente al tavolo con il ministro: “Abbiamo ottenuto il non rinnovo degli accordi tra Miur e Mc Donald’s” – ha detto – un primo passo per l’approvazione del Codice Etico verso il rifiuto totale della collaborazione con qualsiasi ente inquinante. Verrà aperto un tavolo di lavoro con gli studenti: respingiamo i Pcto (ex alternanza), ribaltiamo definitivamente la Buona Scuola”.
Fioramonti è anche ritornati sugli obiettivi del suo mandato a Viale Tastevere: sul “medio e breve termine – ha detto -, è emersa la necessità di ulteriori stanziamenti nella legge di bilancio rispetto a quelli previsti. Mentre, tra gli obiettivi di lungo periodo, si è discusso di interventi normativi su edilizia scolastica e diritto allo studio che approfondiscano il discorso sul tipo di scuola che il nostro Paese vuole sostenere e il tipo di studente che vogliamo formare”.
Il titolare del Miur si è detto concorde nel proseguire il dialogo con gli studenti: “Ci sarà modo di confrontarsi ancora e su ogni tematica, perché il discorso che si apre al Ministero deve avere un riscontro nelle piazze e nell’opinione pubblica, per poter essere veicolato al meglio”, ha concluso.
Anche questo punto è stato toccato da Giulia Biazzo, rappresentante Uds: “La nuova Legge di Bilancio targata M5s-Pd – ha detto – non compie nessun avanzamento verso i diritti e i bisogni degli studenti: servono finanziamenti immediati per garantire una legge nazionale sul diritto allo studio, trasporti gratuiti, edilizia scolastica sicura. È per questo che abbiamo ottenuto che per il prossimo febbraio si istituisca la prima Conferenza Nazionale sul diritto allo studio per passare dalle parole ai fatti”.
“L’8 novembre – ha concluso – un’intera generazione in mobilitazione riempirà il Paese: siamo il futuro ma senza futuro. Ora bisogna rimanere uniti, lottare con ancora più forza in ogni classe, in ogni scuola ed in ogni città per ottenere ciò che ci spetta, per prendere in mano il nostro futuro”.
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