Sul tema dell’alternanza scuola-lavoro abbiamo intervista Fabrizio Dacrema, responsabile Istruzione e Formazione della CGIL Nazionale.
Prima di ricoprire questo incarico , Dacrema è stato insegnante nella scuola statale e poi direttore dei servizi educativi del Comune di Milano.
Dal 1996 al 2004 sono stato componente della segreteria nazionale della CGIL Scuola.
Partiamo da ciò che di recente ha scatenato una vivace polemica: la video-guida sulla alternanza scuola lavoro che lei ha curato per un corso rivolto ai quadri della Cgil. Di che si tratta precisamente?
Bene, chiariamo pure: ho pubblicato sulla bacheca Facebook le slide del mio intervento introduttivo in un corso di formazione di due giorni per tutor esterni della CGIL, organizzato dalla CGIL Nazionale e dalla Fondazione Di Vittorio, nel corso del quale sono intervenuti esperti del mondo della scuola e dell’Inapp (ex Isfol).
Da qualche anno molte strutture CGIL collaborano con le scuole per co-progettare e realizzare percorsi di alternanza scuola lavoro mettendo a disposizione le competenze sul mondo del lavoro disponibili nel sindacato. Parliamo di una disponibilità assolutamente gratuita; non si tratta di pacchetti preconfezionati, ma di percorsi finalizzati all’apprendimento di competenze definite in collaborazione con le scuole nel pieno rispetto della loro responsabilità educativa.
Pertanto questa iniziativa, come altre già realizzate, si è posta l’obiettivo di migliorare la capacità formativa degli operatori CGIL che assumono in questi percorsi formativi la funzione di tutor esterni. Facciamo esattamente quello che rivendichiamo nei confronti delle imprese: la formazione del personale coinvolto nelle attività educative con gli studenti per sviluppare la qualità dei percorsi di alternanza scuola lavoro
Perché secondo lei questa video guida ha provocato un po’ di polemiche in rete?
I post polemici attaccano la CGIL che si impegna per la qualità dei percorsi di alternanza scuola lavoro perché sono contrari all’alternanza in quanto tale.
La considerano una perdita di tempo e vogliono eliminarla. Ma questa posizione non può essere quella della CGIL perché i percorsi di alternanza riconoscono il sapere presente nel lavoro e lo valorizzano per l’apprendimento di competenze coerenti con il profilo educativo del corso di studi prescelto. Si tratta di competenze utili agli studenti quando entreranno nel mondo del lavoro e per l’esercizio della cittadinanza attiva.
Non a caso sono stati gli insegnanti “progressisti”, molti dei quali iscritti alla CGIL Scuola, a “inventare” l’alternanza scuola lavoro già dalla fine degli anni settanta.
Ora molte cose sono cambiate, ma non l’obiettivo innovativo di questa metodologia didattica: superare il modello tradizionale ancora diffuso, fondato sulla trasmissione e la separatezza disciplinare; aprire la scuola al sapere extrascolastico gettando utili ponti tra la scuola e il lavoro che cambia sempre più velocemente; utilizzare modalità di apprendimento attive attraverso la soluzione di problemi reali che favoriscano lo sviluppo di competenze.
Resta il fatto che a suo tempo la FLC-Cgil aveva sostenuto il referendum per la cancellazione di 5 norme della legge 107, tra cui proprio quella della ASL. Non le pare che ci sia una contraddizione?
La FLC CGIL ha sostenuto il referendum per cancellare punti sbagliati della legge 107. Nel caso dell’alternanza l’obiettivo era di abrogare il riferimento al monte ore al fine di consentire un’attuazione più graduale.
Passare dal 9% della popolazione scolastica (230 mila studenti) coinvolta nelle esperienze di alternanza prima dell’introduzione dell’obbligo al 100% in tre anni (1,5 milioni di studenti) necessitava, e necessita, una strategia attuativa graduale e progressiva alimentata dal coinvolgimento attivo del mondo della scuola e delle parti sociali.
Invece il Governo ha preferito la scorciatoia populistica della visibilità a breve per vantare un risultato immediato. In questo modo, invece, ha messo in difficoltà le scuole e non ha coinvolto le parti sociali, la cui di partecipazione attiva è la chiave di volta del rapporto scuola lavoro, come insegnano tutte le esperienze europee di successo.
Non vedo, quindi, nessuna contraddizione nell’impegno della CGIL per la qualità dell’alternanza: contrastiamo i gravi errori del governo, non per tornare indietro, ma per andare avanti e qualificare il processo innovativo.
Le norme della legge 107 sull’Alternanza si possono migliorare o vanno abrogate e basta?
Le norme antisindacali possono e devono essere superate nell’ambito del rinnovo contrattuale, altre scelte sbagliate devono essere modificate o cancellate con nuove leggi.
Alcune innovazioni introdotte come l’organico potenziato, il sistema zerosei o l’alternanza scuola lavoro devono essere migliorate nella fase attuativa, non escludendo, se necessario, anche qualche ritocco normativo.
Nella video guida si sottolinea con forza il valore del legame fra scuola/studio/formazione e lavoro. Tuttavia ciò che molti mettono in dubbio non è questo principio ma piuttosto il fatto che oggi la ASL sembra spesso trasformarsi in una operazione di uso gratuito di “manovalanza” da parte delle aziende.
Cosa replica a questa accusa?
L’alternanza scuola lavoro, così come prevista nelle norme, non ha nulla a che fare con lo sfruttamento, lo studente rimane tale e l’attività svolta nel contesto lavorativo è finalizzata all’apprendimento non alla produzione. Se poi guardiamo alla realtà la demagogia della manodopera gratuita regalata alle aziende si dissolve alla prova di una realtà in cui si fatica a trovare le imprese disponibili.
Certo dal monitoraggio realizzato dalla CGIL, insieme alla Fondazione Di Vittorio, FLC CGIL e Rete degli Studenti, emerge che non mancano, anche se non sono la maggioranza, i casi di dequalificazione in cui gli studenti sono “scaricati” in una struttura ospitante qualsiasi a svolgere attività prive di finalizzazione educativa che, per questa ragione, possono anche dare luogo a forme di sfruttamento.
CGIL, Flc Cgil e Rete degli Studenti sono impegnati nel monitoraggio e nel controllo, anche attivando i delegati sindacali e le RSU. In alcune Regioni, come il Veneto e la Toscana, si sono costituiti tavoli regionali con le istituzioni e le parti sociali per promuovere la qualità dell’alternanza, invece il Ministero continua a non rispondere alla richiesta di CGIL CISL e UIL di costituire una Cabina di Regia nazionale.
In occasione degli Stati Generali dell’Alternanza presenteremo un pacchetto di proposte concrete per correggere i gravi errori del governo nella fase di attuazione, primo fra tutti il mancato coinvolgimento attivo delle parti sociali.
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