Sorprendono un po’ i risultati condotti da Almadiploma, che ha condotto un’indagine sui diplomati 2018. L’indagine presentata al Miur, riguarda un campione limitato di ragazzi (interviste a oltre 46mila diplomati a luglio scorso di 292 istituti sparsi in tutt’Italia); ma i risultati che emergono dalla rilevazione sono molto interessanti, scrive Il Sole 24 Ore, ed andrebbero in una direzione opposta a quella che l’attuale governo sta prendendo in legge di Bilancio, che fa scendere le ore di formazione “on the job” negli ultimi tre anni di scuola superiore ad almeno 90 nei licei, almeno 150 (in odore di salire a 180) nei tecnici, almeno 210 nei professionali (oggi è il doppio, almeno 400 ore nei tecnici e professionali, almeno 200 nei licei). Complessivamente, secondo l’indagine Almadiploma, per il 77% degli intervistati i percorsi hanno rappresentato un’esperienza positiva.
Complessivamente vale la pena evidenziare cinque aspetti dell’indagine
Per prima cosa, la vera alternanza rappresenta essenzialmente uno stage, vale a dire esperienza diretta nei luoghi di lavoro (81,5%). La quasi totalità dei diplomati professionali e tecnici dichiara di averne svolto uno nel triennio conclusivo (97,5% e 94,7% rispettivamente), mentre tra i liceali la quota raggiunge il 69,6%.
In seconda battuta, la coerenza tra l’indirizzo di studio e il settore nel quale l’attività di stage si è realizzata. Anche qui, contraddicendo l’opinione comune, i liceali svolgono l’attività prevalentemente nei settori servizi culturali, ricreativi e sportivi (22,8%) e istruzione (17,4%); i tecnici in misura maggiore nei settori informatico, ricerca e servizi alla imprese (21,9%) e attività manifatturiere e costruzioni (20,2%); i professionali nei settori alberghi e ristoranti (24,6%) e attività manifatturiere e costruzioni (15,3%).
Il terzo punto da evidenziare è la durata dell’alternanza che, in media, ha superato le 150 ore (nei licei, per esempio, l’attuale norma in Parlamento fa scendere le ore minime a 90).
Il quarto aspetto concerne il fatto che l’alternanza è stata organizzata efficacemente (82,6%; percentuale che sale all’89,0% tra i professionali); e, come detto, è risultata utile, più in generale, per la formazione (77,2%; percentuale che sale al 91,6% tra i professionali).
Infine, il link scuola-impresa è fondamentale. Le attività di tutoraggio aziendale (77,6%) e scolastico (64,4%) sono infatti risultate soddisfacenti, percentuali che salgono rispettivamente all’86,1% e al 79,5% tra i professionali.
Questo ovviamente non cancella tutti gli aspetti negativi dei percorsi denunciati più volte nel corso di questi anni. Piuttosto, l’indagine mira a fornire un quadro più omogeneo ed equilibrato, ovvero che a fare la differenza sono stati i percorsi e le scelte delle scuole.
Con la riforma presente in legge di bilancio 2019, è bene considerare attentamente entrambe le facce dell’alternanza scuola lavoro.
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