Lo avevamo detto da subito: non poteva passare inosservata la vicenda dello studente 17enne che ha perso una falange della mano, mentre svolgeva uno stage vicino Prato nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. In questi, casi, infatti va stabilito se l’infortunio si poteva evitare, se fossee stato concordato che l’allievo lavorasse sul macchinario, se le convenzioni scuola-azienda lo prevedessero e anche se i tutor hanno operato al meglio.
Di esigenza di “immediati approfondimenti” sul caso del ragazzo rimasto ferito a Prato, ha parlato anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. E lo ha fatto in modo duro: “Quanto accaduto è grave e richiede una verifica puntuale. Se ci sono stati errori, se quell’accordo non è stato rispettato, occorre intervenire con fermezza”.
Anche il neo-ministro indica come prioritario l’operare in condizioni di sicurezza elevata: “Le attività effettuate dai ragazzi devono svolgersi sempre in condizioni di massima sicurezza. Non possiamo permettere in nessun modo che sia messa a rischio l’incolumità degli studenti partecipanti”.
Bussetti annuncia che il tema dell’incolumità degli studenti sarà “all’attenzione della prossima riunione dell’Osservatorio sull’Alternanza”.
Infine, il ministro ha espresso la propria vicinanza allo studente e alla sua famiglia. “Quanto accaduto è grave e richiede una verifica puntuale da parte del nostro Ufficio Scolastico territoriale, a partire dai contenuti della convenzione stipulata tra scuola e struttura ospitante e dagli obblighi in materia di sicurezza”.
Nel corso della giornata, sul caso erano intervenuti anche i sindacati. E non sono stati “teneri”. La prima ad intervenire è stata l’Unione sindacale di base: “La differenza tra una buona e una cattiva alternanza è inaccettabile e controproducente. Da sempre la posizione di Usb Scuola è stata di netta opposizione al progetto messo in atto dal governo Renzi attraverso la legge 107. Continueremo pertanto a opporci con forza e determinazione a tutto l’impianto ideologico che si è instaurato nel sistema scolastico nazionale, che trova nell’alternanza la messa a sistema del pervertimento della funzione educativa della pubblica istruzione”.
“Lasciamo ad altri – ha continuato l’Usb – la via di un riformismo velleitario e pericoloso che passa sui corpi e sulle menti delle giovani generazioni. Non è il primo grave incidente che si verifica durante lo svolgimento delle attività obbligatorie di alternanza scuola-lavoro, attività che si traducono troppo spesso in lavoro non tutelato, sfruttato e che, non cesseremo mai di ribadirlo, minacciano la formazione umana, sociale e culturale dei nostri studenti”.
Altrettanto dura è stata la Flc-Cgil, secondo la quale “è necessario prendere atto che l’alternanza così come è stata riordinata dalla legge 107/15 non funziona e adottare le decisioni conseguenti: “fermare le macchine“, analizzare con accuratezza quello che è avvenuto nelle scuole, rinviare l’applicazione delle norme sugli esami di Stato e alternanza, coinvolgere le scuole in un processo condiviso di nuova regolamentazione dei percorsi integrati con i contesti esterni alle istituzioni scolastiche”.
Per il sindacato guidato da Francesco Sinopoli, che esprime solidarietà al ragazzo ferito e alla sua famiglia, “per l’ennesima volta le discussioni sull’utilità dell’alternanza si intrecciano con vicende nelle quali gli studenti sono semplicemente sfruttati in prestazioni gratuite prive di qualsiasi intenzionalità educativa o, addirittura, coinvolti in veri e propri incidenti “sul lavoro”.
“Abbiamo più volte detto che – conclude la Flc – l’alternanza è una metodologia didattica, che le ragazze e i ragazzi in alternanza mantengono lo status di studentesse e studenti, che è ineludibile la coerenza dei percorsi in alternanza con il profilo educativo dell’indirizzo di studio”.
Non è la prima volta che avvengono incidenti di questo tipo: l’Ansa ricorda che nel dicembre scorso un ragazzo di 18 anni appena compiuti, coinvolto in un progetto di formazione scuola-lavoro, è rimasto ferito in un incidente sul lavoro nel quale è morto un artigiano di 45 anni a Faenza (Ravenna). La gru sulla quale i due stavano lavorando è precipitata non lasciando scampo all’uomo. Il 18enne invece ha riportato lesioni e fratture alle gambe.
Più recentemente, il 9 maggio scorso, uno studente di 16 anni impegnato in uno stage in un’azienda di Pavia di Udine (Udine) è rimasto gravemente ferito: mentre stava utilizzando una fresa si è semi-amputato la mano destra.
Sugli incidenti sono intervenuti, in modo veemente, i sindacati studenteschi. Ora, la rosa delle proteste si allarga.
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