Al Sud le attività di alternanza scuola-lavoro sono più difficoltose da realizzare, ma esistono già oggi delle realtà positive che potrebbero fare da traino.
A dirlo alla Tecnica della Scuola è Elena Ugolini, sottosegretario all’Istruzione del Governo Monti e oggi consigliere del ministro Stefania Giannini.
Dopo aver illustrato come è strutturata l’esperienza del liceo Malpighi di Bologna, che dirige da alcuni anni, ed essersi soffermata sul ruolo chiave di chi accoglie gli studenti, in quest’ultima parte dell’intervista alla Tecnica della scuola, Ugolini affronta il nodo delle aziende poco propense a fare formazione agli studenti della scuola pubblica.
Ugolini, al Sud l’alternanza scuola-lavoro incontra difficoltà per un problema oggettivo: la scarsa presenza di aziende sul territorio. Come si fa?
Quando mi si fa questa obiezione, porto sempre l’esempio dell’istituto Tecnico e Professionale Aldini: una scuola che ha fatto la fortuna di Bologna. Dagli inizi del Novecento, ha formato tecnici che hanno costruito uno di più importanti distretti del packaging che ci siano al mondo.
Mi permetta: il territorio di Bologna non è quello, con tutto il rispetto, di Caltanissetta, Avellino o Sassari. Non crede?
A Bologna le aziende che progettano macchine automatiche non sono cresciute “sotto un cavolo”: ci sono state delle persone con una certa formazione che le hanno fatte nascere e sviluppare. La scuola nel Sud potrebbe diventare il motore di quei territori, com’è accaduto in tante zone del nostro Paese. In alcuni casi lo sono già.
Conosce qualche caso di buona alternanza scuola-lavoro al Meridione?
C’è un istituto Tecnico di Gioia Tauro, ad esempio, che è un esempio eclatante di questo: in pochi anni sono riusciti a rendere più efficace l’offerta formativa attraverso lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro ed hanno migliorato in modo straordinario le possibilità di occupazione dei loro studenti.
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Quindi, una parte di loro ha trovato anche un impiego?
Certamente. Fino a pochi anni fa il porto di Gioia Tauro doveva chiamare tecnici dall’Olanda se c’erano dei problemi: ora la situazione sta cominciando a cambiare.
Parliamo di fondi: le risulta che alle scuole siano stati tutti assegnati tutti quelli del primo anno per svolgere l’alternanza scuola-lavoro?
I fondi per l’alternanza sono stati tutti assegnati prima della fine dell’anno scolastico. Sono state somme consistenti, che hanno aiutato le scuole statali a realizzare questo nuovo strumento didattico. Il governo Renzi ha avuto il merito di ridare alle singole scuole statali tante risorse in più, anche su questo fronte.
Tutti gli ordini di scuola sono stati finanziati?
Sì. Ma purtroppo dai finanziamenti sull’alternanza sono state escluse tutte le scuole paritarie. Spero si rimedi a questa ingiustizia: è assurdo che chi abbia inventato l’alternanza scuola- lavoro in Italia, i salesiani, siano esclusi da questi contributi.
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