Dopo la protesta degli studenti contro l’alternanza scuola-lavoro, culminata nello sciopero del 13 ottobre scorso, continua il dibattito su una delle novità più contestate della legge 107.
ANP: non è una novità
Anche l’ANP del Lazio interviene sull’argomento è in un ampio comunicato ribadisce la convinzione che “l’alternanza scuola-lavoro debba offrire agli studenti un’opportunità per sviluppare e rafforzare le competenze trasversali (non necessariamente professionalizzanti) e per facilitare il loro orientamento nel percorso di studio e di vita successivo alla scuola secondaria di secondo grado”.
“Non si tratta di una novità assoluta – chiarisce però ANP – perché già dal 2005 l’ordinamento scolastico italiano prevede che gli studenti possano utilizzare questo strumento. La Legge 107/2015 lo ha reso obbligatorio, riconoscendone, anche sulla base delle esperienze pregresse, la validità formativa”.
Siamo agli inizi, esperienza da monitorare
Prosegue l’ANP del Lazio: “Siamo all’inizio del terzo anno di applicazione di questa novità, molto impegnativa sul piano didattico-formativo e quindi altrettanto complessa sul piano organizzativo. Non è quindi strano che qualcosa non funzioni ancora come dovrebbe o addirittura non funzioni”.
“Sul territorio nazionale – rileva l’ANP – i risultati non sono omogenei, come era prevedibile: in alcune realtà si rilevano esiti di eccellenza, in altre i risultati sono inficiati da confusione organizzativa e scarsa condivisione”.
Il punto della questione, secondo l’ANP, è che fra scuole e aziende va sottoscritto un accordo ed è per questo che occorre un accurato sistema di monitoraggio.
Quello che non è corretto, sempre a parere dell’ANP, è il “far derivare dagli esiti fallimentari di alcune esperienze non adeguatamente monitorate il rifiuto di utilizzare un’occasione interessante per la crescita e la formazione degli studenti ricorda tanto la sterile litania dei laudatores temporis acti che alle innovazioni hanno sempre opposto e continuano ad opporre un buon tempo antico tanto edenico, quanto regressivo”.
FLC-Cgil insiste: l’ASL va cancellata
Di segno del tutto opposto sono le reazioni della Flc-Cgil che coglie l’occasione per chiedere non solo la “cancellazione delle norme sulla precisa quantificazione delle ore dei percorsi (400 ore nei tecnici e professionali, 200 ore nei licei)” ma anche “la cancellazione delle norme della Legge 107/15 che utilizzano l’alternanza per piegare la scuola all’interesse di brevissimo periodo del sistema produttivo italiano, e non solo”.
Su un punto sembra però che ANP e FLC si trovino d’accordo: è urgente l’approvazione della “Carta dei diritti” degli studenti in alternanza scuola-lavoro. Ma su questo non dovrebbero esserci difficoltà, dal momento che la Ministra Fedeli ha già preso un impegno preciso.
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