Dispiace leggere la gaffe del sottosegretario Giuliano, a proposito della proposta di modifica della alternanza scuola-lavoro.
Forse è comprensibile che il Ministro Bussetti non conosca molto delle esperienze di alternanza (ha fatto il preside di un Istituto Comprensivo), ma non credevo che Giuliano, preside del mitizzato Istituto Majorana di Brindisi, non sapesse, al di là degli slogan che vanno per la maggiore, come si sono sviluppate queste esperienze di alternanza in giro per le scuole italiane.
Ovviamente, non parlo delle criticità emerse in tante scuole, in particolare in quelle realtà che non hanno la fortuna di avere un parterre ricco del mondo del lavoro.
Parlo, invece, di quelle scuole che hanno fatto e stanno facendo in modo serio questa benedetta alternanza. La quale non va confusa con gli stage, col rischio paventato delle solite fotocopie, cioè del surrogato gratuito di forza lavoro per le aziende, gli esercizi commerciali, gli studi professionali, gli enti pubblici.
Qual è il vero limite, viste queste criticità?
La mancanza di un quadro ispettivo, al di là del ruolo dei docenti-tutor, chiamati a sottoscrivere i patti formativi e di visitare i luoghi del lavoro assegnati ai ragazzi.
Parlo di un sistema ispettivo serio, oltre il volontarismo dei singoli presidi, docenti, personale.
Allora emergerebbero le cose buone e quelle meno buone.
Ma buttare tutto a mare, e dire, come ha fatto Giuliano:
“L’alternanza scuola lavoro sarà ridisegnata secondo un nuovo paradigma. Punteremo allo sviluppo delle competenze trasversali”.
Come se questo non fosse già nel paradigma attivato, e scandito, in particolare lungo il percorso delle classi terze.
La cosa, come si intuisce, mi ha sorpreso, e non poco.
Col che, mi nasce spontanea la domanda sul tipo, sulla qualità dell’alternanza proposta da Giuliano sino ad ora.
A dire il vero, come preside appartenente a suo tempo alla rete del “Book in progress”, ho avuto modo di visitare anni fa il Majorana, compreso il materiale didattico prodotto. Con la conseguenza, poi, visto il tutto, di decidere di uscire da questa rete. Più interessato alla sostanza della didattica.