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Altomonte: “la scuola siciliana in cammino, indietro non si torna”

Aria di vigilia di festa al Liceo pedagogico “Turrisi Colonna” che sabato 1 ottobre ha celebrato il 150° anniversario dell’istituzione.
Puntuale alle ore 17,30 arriva il nuovo direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, accompagnata dal provveditore Raffaele Zanoli e dalla preside ospitante Anna Maria Di Falco. Nell’intervento introduttivo il direttore regionale offre numerosi spunti di riflessione sulla scuola oggi e sulla scuola in Sicilia, che vengono in parte ripresi dagli interventi durante il dibattito.
Tre sono le autonomie che si intrecciano in un cordone variopinto: l’autonomia scolastica che si presenta bianca, fragile, insicura, poco produttiva e a volte priva di efficacia; quella rossa dell’ente locale Comune e Provincia che reclama spazi di decisionalità nella gestione dei strutturi e dei servizi e quella gialle della regione siciliana (i colori della bandiera siciliana) la quale nel rispetto dello Statuto ereditato dai Padri costituenti della regione a statuto autonomo con specifiche prerogative di autonomia nel settore scolastico. Dall’intreccio dei colori dell’autonomia si percepisce che solo a volte ed in militati contesti si alza la bandiera che reclama dei diritti , anche se in passato la Regione non ha rispettato i doveri scritti nello Statuto al fine di garantire alla scuola siciliana servizi e prospettive di sviluppo.
Oggi la scuola sta cambiando, sia negli aspetti normativi, sia nell’organizzazione strutturale e non si possono utilizzare i canoni ed i modelli di un tempo, quando la garanzia della norme da applicare costituiva una regola certa ed una garanzia di regolarità. Le innovazioni strutturali ed organizzativi implicano un nuovo modello di scuola diverso da quello noto a tanti operatori.
“Indietro non si torna” ha dichiarato Maria Luisa Altomonte, sostenendo la necessità di un cambiamento radicale che modifica l’apparato scolastico nei molteplici aspetti organizzativi e didattici, di risorse e di organico, di procedure e di strumentazione tecnologica.
Il clima e lo stile che potrà garantire successo e sviluppo ad una scuola che cambia e che cresce si alimenta di collaborazione e di cooperazione tra tutti gli operatori ed in maggior misura tra i dirigenti dei diversi ambiti e settori. L’icona della scala gerarchica cede il posto all’immagine dei cerchi concentrici o aspirale che seguono un percorso, quasi da staffetta con costanti scambi del testimone.
Solo così la scuola siciliana potrà crescere ed acquisire credibilità all’esterno e forza propulsiva nella società complessa e stratificata.
Tendere ad una dimensione unitaria e convergente nella ricerca del vero bene della scuola e non della singola scuola costituisce il filo conduttore che dovrà guidare la complessa matassa del dimensionamento e della razionalizzazione della rete scolastica , dove la priorità della riduzione della spesa pubblica comporta operazioni di tagli, accorpamenti e aggregazioni di plessi e strutture scolastiche in vista non del semplice conteggio numerico, bensì dell’efficacia organizzativa a garanzia di una continuità nel tempo.
L’istituto comprensivo, prescritto dall’art.19 del D.L.98/2011 non dovrebbe avere sconti , così pure il numero degli alunni per scuola dovrebbe garantire una presenza numericamente sufficiente di personale Ata ed una funzionalità per la formazione delle cattedre.
Guardare oltre e far tesoro degli errori commessi nei precedenti piani di dimensionamento dovrebbe far evitare ulteriori “accomodamenti artificiosi” giustificati soltanto da motivazioni temporali e contingenti.
Ricercare e promuovere il consenso, trovare soluzioni ottimali che coniugano diverse posizioni, esigenze, specificità locali è un impegno comune di tutti coloro che hanno compiti di direzione e di coordinamento.
Anche la tanto sbandierata penalizzazione delle scuole del Sud rispetto a quelle del Nord, secondo il direttore Altomonte, che ha fatto riferimenti ai dati statistici forniti dalla Conferenza Stato-Regioni nei quali si registra la diminuzione della popolazione scolastica al Sud motiva la riduzione del personale nelle scuole del Sud rispetto a quelle del Nord.
Intervenendo poi sulla questione dei docenti di sostegni e degli alunni disabili risulta che a fronte di un dato nazionale che supera il rapporto di 2,4 nel rapporto docente –alunno disabile, in Sicilia il conteggio generale presenta il dato dell’1,8 come media regionale del rapporto docente alunno disabile .
Questi dati smontano nella pratica le contestazioni e le proteste che alcuni casi particolari riescono a montare e ingigantire, come avviene per le “classi pollaio” che non tiene conto della presenza di “gabbie-classi senza polli” e con pochi alunni che dovrebbero essere accorpate in pluriclasse ed invece si mantengono per non interrompere il processo di istruzione e formazione a garanzia del mantenimento di posti di lavoro.
 La coperta troppo corta implica che qualcosa dovrà essere sacrificata e non sempre il sacrificio imposto viene condiviso, anzi spesso, ingigantito e appesantito dal malessere diffusivo, provoca maggiori danni rispetto alle normali previsioni di disagio.
Dell’incontro con il Direttore generale la maggior parte dei dirigenti catanesi riportano una positiva impressione di chiarezza progettuale, garbo e serietà nello stile di lavoro per la soluzione dei problemi , positiva speranza di un buon cammino a garanzia di una sempre crescente qualità della scuola siciliana.
Giuseppe Adernò

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