Ancora un monito all’Italia da parte dell’Ue. A mandarlo, stavolta, è Commissione Libertà civili e affari interni dell’Europarlamento: attraverso un rapporto sullo stato della Giustizia, la libertà e la sicurezza, l’organismo dell’Unione europea chiede infatti al nostro Paese di fare di più per migliorare il sistema giudiziario, pensionistico e scolastico.
Per quanto riguarda la scuola, il rapporto esorta l’Italia a non tagliare più i fondi alla formazione e ad investire di più sul suo capitale umano. “L’Italia – si legge nello studio – ha una lunga tradizione nel ridurre i finanziamenti alla scuola ed è questa forse una delle ragioni degli scarsi risultati degli studenti italiani nei test internazionali. L’Italia dovrebbe ribaltare questa tendenza, tenendo conto che l’istruzione è cruciale per essere competitivi nell’economia globale”.
A tal proposito, vale la pena ricordare che alcuni giorni fa la Rete Eurydice, attraverso una ricerca europea commissionata proprio dalla Commissione Ue, ha ricordato che l’Italia è il Paese del vecchio Continente che spende meno di tutti per l’istruzione pubblica: a fronte di una media Ue del 10,84, da noi si investe nella scuola appena il 9,05% del totale. Con gli stipendi dei nostri insegnanti ridotti ai minimi termini.
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“Eurydice, tra l’altro – ha commentato l’Anief -, abbatte un altro falso storico, quello che vorrebbe i nostri insegnanti dietro la cattedra per meno ore dei colleghi d’oltre confine. Dal rapporto si evince, infatti, che “gli insegnanti italiani sono tra quelli che trascorrono più ore in classe: la media Ue per un maestro elementare è di 19,6 ore settimanali, per un italiano sono 22, come gli irlandesi. Ci superano francesi (24), spagnoli e portoghesi (25). I maestri tedeschi restano a scuola meno: 20 ore a settimana. Come alle superiori: 18 ore per un italiano (e un tedesco) contro una media di 16,3. In Francia, sono 14”.
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