Sabato 10 dicembre la Commissione Bilancio della Camera avvierà il dibattito sulla Legge di Bilancio di fine 2023: tra le norme approvate dal Governo, ora da verificare Montecitorio, c’è anche quella sul dimensionamento scolastico, che prevede la sparizione di alcune centinaia di posti di dirigente scolastico e Dsga. Si tratta di una disposizione che prende spunto dal forte calo demografico, destinato ad assumere dimensioni sempre più consistenti: solo che invece di programmare una riduzione importante del numero minimo di alunni per classe, il Governo ha pensato bene di mettere mano a criteri e parametri minimi che oggi caratterizzano la piena autonomia degli istituti. Diciamo subito che le possibilità che il dimensionamento previsto venga meno sono assai ridotte, anche perché la premier Giorgia Meloni ha più volte detto che nella Legge di Bilancio vi saranno pochissimi cambiamenti
Secondo il sindacato Usb Scuola è stato un modo del nuovo ministro, Giuseppe Valditara, “di porre fine all’annoso problema delle reggenze.
E ancora: “Ogni anno, secondo quanto affermato dallo stesso Ministro, 950 scuole non hanno un dirigente scolastico a causa dei pensionamenti, dei trasferimenti o, molto più frequentemente, della mancanza di personale. Finora il problema è stato affrontato con il pannicello caldo delle reggenze: a un DS già in titolare presso un’istituzione scolastica ne veniva affidata anche un’altra e a volte anche altre due. Insomma, un incarico che diventava un massacro per i DS più seri, l’abbandono di due, tre istituti per i DS meno organizzati. Istituti che, vale la pena ricordare, hanno già oggi un limite minimo di alunni pari a 600, limite che per avviare questa manovra salirà a 900”.
Come risolvere il problema? “Il Ministero – prosegue il sindacato di base – ha ben pensato di accorpare tra loro almeno 500 istituti, tranquillizzando il Paese che non abbatterà fisicamente nessun edificio scolastico e nessun plesso dei 40.466 esistenti (ma a quanto pare non ne costruirà di nuovi, né intende ammodernare le strutture fatiscenti o mettere a norma quelle, la maggioranza, ancora prive delle corrette certificazioni, ma questa è un’altra storia).
Secondo Usb Scuola “anziché investire denaro pubblico per garantire il funzionamento di ogni istituzione, si va a risparmiare non soltanto sulle figure dei dirigenti, ma anche su tutte le figure amministrative. Per due istituti basteranno un solo DS, un solo DSGA, un solo staff di segreteria”.
Il sindacato ricorda anche che “sui Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, il cui compito è la gestione economica delle scuole e la gestione diretta del personale ATA, siamo oggi in una condizione di sottodimensionamento gravissimo e il ruolo è spesso ricoperto da Assistenti Amministrativi incaricati, in attesa del bando di concorso. Che poi il carico di lavoro di ciascuna di queste figure diventi insostenibile al Ministro poco importa”. Usb Scuola ricorda, quindi, “che la gran parte degli istituti scolastici, in particolare degli istituti comprensivi, è composta da almeno tre plessi, spesso dislocati su comuni diversi con una molteplicità di problemi legati ai trasporti, alla gestione del personale da parte delle segreterie, alla costanza di rapporti con la dirigenza, oltre che alla carenza di organico docente e ATA, con collaboratori scolastici spesso costretti a lavorare in solitaria in un plesso, docenti sballottati da un comune all’altro, referenti di plesso che si ergono a generali di un esercito esausto”.
Il sindacato conclude con delle domande provocatorie: “Quanti plessi dovrà gestire, quindi, ogni singolo dirigente scolastico? Quanto aumenterà il carico di lavoro del personale amministrativo che gestisce i lavoratori, mantenendo fermi i limiti alle supplenze, vietate quando la segreteria è composta da più di tre unità e per assenze di durata inferiore ai trenta giorni?”.
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