Una studentessa con ottimi voti è stata bocciata in seconda classe a causa dell’ansia: i genitori hanno fatto ricorso ma i giudici del Tar Lombardia hanno confermato la decisione del consiglio di classe, come riporta IlSole24Ore.
I ricorrenti hanno sottolineato come, dopo un brillante percorso scolastico, la loro figlia avesse dovuto affrontare una situazione di ansia, stato per il quale è stato predisposto tardivamente il Piano didattico personalizzato (Pdp). Nello scrutinio di giugno la studentessa ha riportato insufficienze in quattro materie (greco, scienze, inglese e matematica).
Il giudizio è stato sospeso in tre materie, matematica, inglese e scienze, poiché il consiglio di classe ha deliberato di assegnare la sufficienza in greco. Tuttavia nelle prove di recupero non è stata raggiunta la sufficienza, da qui la bocciatura.
Il giudice amministrativo ha chiarito che la non ammissione dello studente alla classe successiva, sebbene percepibile dall’interessato come provvedimento afflittivo o persino “punitivo”, non ha carattere sanzionatorio, bensì finalità educative e formative, poiché si sostanzia nell’accertamento del mancato raggiungimento di competenze e abilità proprie della classe di scuola frequentata, che rende necessaria la ripetizione dell’anno scolastico proprio al fine di consentire di colmare le lacune di apprendimento.
E neppure le eventuali mancanze della scuola nella predisposizione degli strumenti di ausilio possono incidere sulla valutazione di ammissione dello studente alla classe successiva, che riguarda solo la sufficienza o insufficienza delle competenze raggiunte nell’anno scolastico. Possono comportare, eventualmente, una responsabilità della istituzione scolastica per le proprie omissioni, che nel caso in esame non erano comunque presenti.
Quindi, secondo il Tar, la studentessa “brillante” ma ansiosa può essere bocciata se non riesce a mantenere la qualità del proprio percorso scolastico precedente.
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