Ancora un ricorso da parte dei genitori di un’alunna bocciata che viene accolto: stavolta si tratta di una studentessa con disturbi dell’apprendimento iscritta ad un istituto comprensivo di Cutro, nel Crotonese, bocciata a causa di molte insufficienze. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dai legali dei genitori. Lo riporta IlSole24Ore.
Secondo i giudici “con la bocciatura non sono stati presi in considerazione gli oggettivi ritardi del sistema sanitario e della scuola frequentata nel certificare le difficoltà di apprendimento dell’alunna, segnalate fin dal mese di settembre, e nel pianificare e svolgere le necessarie misure compensative previste dal piano approvato solo a febbraio e della cui attuazione non si hanno evidenze. Tali inadeguatezze – a detta ancora del Consiglio di Stato – non possono pregiudicare il diritto allo studio ed all’integrazione sociale costituzionalmente riconosciuti ad ogni persona”.
I giudici hanno inoltre ordinato al ministero dell’Istruzione e del Merito “di provvedere e vigilare, anche mediante la nomina di ispettori, sia sulla rivalutazione dell’ammissione dell’alunna alla classe successiva, sia sulla predisposizione e costante esecuzione, anche mediante adeguate risorse organizzative, di un piano didattico personalizzato per l’intera durata del prossimo anno scolastico”.
Come abbiamo spiegato, sempre più spesso le famiglie presentano ricorso ai Tribunali Amministrativi Regionali contro le bocciature dei figli. Il Corriere della Sera però smentisce ciò di cui l’opinione pubblica è convinta, ovvero che tali ricorsi vadano spesso a buon fine. Secondo quanto spiega la giornalista Gianna Fregonara, la maggior parte dà torto alle famiglie e cita i calcoli dell’avvocato esperto di diritto scolastico Michele Bonetti secondo cui solo un ricorso su dieci viene accolto. Anche se quelli che vengono alla ribalta delle cronache sono i casi accolti.
Gli ultimi due casi, quello del ragazzo di Venezia bocciato con 54/100 e ammesso col minimo dal Tar del Veneto, e quello della ragazzina di prima media Tivoli, insufficiente in sei materie ma successivamente promossa dal tar del Lazio, sono solo gli ultimi di una lunga serie.
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