Il video di una studentessa tiktoker è andato virale su TikTok, raggiungendo due milioni di visualizzazioni. La giovane si è ripresa mentre piange, con il trucco che cola dagli occhi, mentre si lamenta del carico di studio alla quale è sottoposta.
@sempvittoriamartines non ci arrivo al weekend
♬ suono originale – vittoria💞
Ecco le sue parole, riportate dal portale famoso tra i membri della Gen Z Webboh: “Ragazzi ve lo giuro, mi bruciano gli occhi per quanto sto piangendo… allora la situazione è questa: domani ho il compito di italiano, mercoledì ho il compito di fisica, giovedì una probabile interrogazione di inglese, venerdì compito di spagnolo e l’interrogazione di italiano, sabato compito di giapponese. Chiedetemi come mi sento! L’ansia e lo stress per la scuola è molto altro, non l’avrei mai detto ma non vedo l’ora di finire il 5 anno solo per non sentirmi più così tesa”.
Da qui numerose critiche, da parte di utenti che hanno minimizzato il problema della ragazza, accusandola addirittura di esagerare in favore di telecamera. “Non oso immaginare come saranno quando andranno a lavorare allora”, “Studia invece di piangere su Tik Tok”, “Ma mettersi chili di mascara per far vedere le lacrime che scendono va di moda?”, “Mamma mia che generazione debole, alla minima difficoltà tutti a piangere su Tik Tok”, hanno scritto alcuni ragazzi.
C’è anche chi, invece, la difende e crede che la scuola dovrebbe tenere in considerazione i problemi di salute mentale dei ragazzi, generati spesso dalla voglia di competere e al mancato raggiungimento delle aspettative degli “adulti”: “Ci vorrebbe un po’ più di umanità nelle scuole”, “Il problema non è ‘studiare’ , il problema è che la quantità di studio deve essere proporzionale al tempo a disposizione per farlo. Perché è impossibile prepararsi ogni giorno per una verifica diversa, o almeno io non ci riesco”, “Ultimamente la scuola mi fa sempre più schifo. Nonostante ho i prof che credono in me dato che ho pure la maturità quest’anno, il sistema non ne vuole sapere di rinnovarsi un po'”, “Mamma mia davvero è stressante, tutti pensano che la scuola aiuti e che siamo esagerati quando piangiamo, o ci lamentiamo, ma la verità è che nessuno sa che cosa proviamo”, queste alcune reazioni.
Il video è stato postato il 7 novembre, ieri, Giornata mondiale per la consapevolezza dello stress istituita dalla International Stress Management Association londinese.
Si sente sempre più parlare di disagio psicologico e salute mentale dei giovanissimi. Spesso questo malessere nasce proprio tra i banchi di scuola, dovuto a pressioni e aspettative di docenti e genitori, dalla smania di dover performare e competere con i compagni di classe, dall’ansia derivante dai voti.
Sei persone su dieci, in Italia, convivono con un disagio psicologico. A soffrirne di più sono le donne, il 65%, e il 75% dei giovani della generazione Z, percentuale che può arrivare anche all’81% nel caso delle ragazze. È quanto emerge dalla ricerca “L’era del disagio” realizzata da Inc Non Profit Lab, in collaborazione con AstraRicerche, con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità – Esg.
In Italia, specifica lo studio, il 10,8% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni “assume psicofarmaci senza prescrizione medica”. Lo farebbero per diverse motivazioni: “per dormire, per dimagrire, per essere più performanti negli studi”. Ed è proprio tra gli studenti che la percentuale di chi usa psicofarmaci sale al 18%. “La scuola sta diventando una sfida per i giovani e non un luogo dove confrontarsi e crescere insieme con gli altri”, sottolinea il vicepresidente di Inc, Paolo Mattei.
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