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Alunne salvano anziano grazie a massaggio cardiaco imparato a scuola, la ds: “Non abbiamo abbastanza fiducia nei giovani”

Tre alunne di scuola media hanno letteralmente salvato la vita di un anziano 80enne colto da infarto. Come? Praticando il massaggio cardiaco, manovra salvavita imparata tra i banchi di scuola. Tutto è avvenuto nel trentino, come riportano ItaliaOggi, Corriere del Trentino e La Stampa.

Il malore improvviso

Le tre tredicenni stanno aspettando l’autobus che le porta nella vicina scuola. Nel frattempo, sono in coda al panificio per prendere la merenda. All’improvviso le urla della commessa: “Aiuto, aiuto!”. Quando sono entrate hanno visto un signore a terra che si teneva il petto. Le tre hanno subito applicato le pratiche di pronto intervento imparate nell’ambito delle lezioni svolte per “Educazione alla cittadinanza” dell’anno precedente.

Mentre una allertava il 112, le altre due a turno praticavano il massaggio cardiaco fino all’arrivo dei soccorsi. Dopo l’arrivo dei sanitari l’anziano è stato portato in codice rosso all’ospedale. I soccorritori si sono complimentati con le tre ragazzine perché l’uomo era ancora vivo. L’anziano è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva.

“Speriamo di aver contribuito ad aiutare una persona in difficoltà – dice una delle tre – questo è stato possibile grazie agli insegnamenti ricevuti”. La madre di un’altra sottolinea: “Bisogna ringraziare i docenti che parlando di primo soccorso a scuola hanno permesso alle ragazze di affrontare la situazione”. L’80enne è già in via di dimissione dall’ospedale.

La dirigente scolastica: “Sbalorditivo”

“Il corso è stato tenuto dal figlio della professoressa di matematica e scienze che fa il medico”, spiega la dirigente. “Sono venute a scuola — conferma — qui, con un breve pianto hanno sfogato l’adrenalina accumulata. Erano felici ma non conoscevano ancora la sorte dell’anziano. Il 10 novembre erano più serene, sono consapevoli di aver fatto un grande gesto, non possiamo che essere orgogliosi di loro. Chiederemo alle nostre alunne se vogliono portare la loro testimonianza all’interno del percorso di educazione al primo soccorso che stiamo organizzando con le classi seconde. Non si è trattato di un gesto scontato, non solo per delle ragazze della loro età, persino un adulto si sarebbe trovato in difficoltà di fronte a una simile situazione”.

“Al di là dei percorsi che possiamo mettere in campo si vede che sono ragazze cresciute con una determinata educazione. In questa situazione le tre hanno manifestato una maturità sorprendente, dimostrando come il contributo di ciascuno possa essere determinante. Troppo spesso deleghiamo agli altri ma le nostre alunne sono state un esempio di responsabilità, hanno pensato ‘cosa possiamo fare noi in questo momento?’ E si sono messe in gioco. È stato un gesto sbalorditivo da parte di tre ragazze che hanno solo tredici anni, forse non abbiamo mai abbastanza fiducia nei nostri giovani”, conclude.

Presto formazione sulla rianimazione per studenti e personale

Anche in Italia sembrano esservi passi in avanti sul fronte dell’insegnamento della rianimazione scuola: “Abbiamo un decreto da approntare sull’insegnamento obbligatorio del supporto di base, sia per il personale Ata, sia per allievi, sia per i docenti che diventeranno a loro volta formatori”, ha anticipato Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del Merito.

Nel 2021 l’Italia si è comunque già dotata di una legge tra le più avanzate in Europa, che potrebbe portare a raggiungere risultati non molto diversi dalla Svezia, pechè disciplina i principali aspetti della rianimazione, dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici alla formazione a scuola.

“La ‘legge salvavita’, per quanto ambiziosa, ha significato solo l’inizio di un lungo cammino e allora bisogna parlarsi a cuore aperto coscienti di essere in cammino per dare forma e sostanza a quell’articolato”, ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati, che della legge è stato uno dei promotori.

Defibrillatore, quanto è importante averlo a disposizione

Mulè ha proposto sgravi fiscali per chi decida di impiantare un defibrillatore in condomini o in abitazioni o in prossimità di gruppi di abitazioni: “la maggior parte degli arresti avviene in ambienti domestici”, ha ricordato. “La percentuale di salvezza una volta avviato questo percorso salirà di molte migliaia di vite ogni anno”.

Negli ultimi mesi, “il ministero della Salute ha approvato tre decreti attuativi“, ha detto il ministero della Salute Orazio Schillaci. Inoltre, “siamo al lavoro per presentare alle Regioni la proposta per la realizzazione e l’adozione di un’applicazione mobile integrata con i servizi delle centrali operative del 118 per la rapida geolocalizzazione dei soccorritori e dei defibrillatori più vicini al luogo dove si sia verificata un’emergenza“.

Redazione

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