Una storia contorta che dimostra quanti danni può fare una notizia falsa che improvvisamente inizia a circolare da smartphone a smartphone. Ci troviamo in un quartiere di Roma: qui ieri, come riporta RomaToday, si è scatenato il panico dopo una segnalazione di un rapimento di un’alunna.
“Hanno rapito una bambina, l’hanno caricata su un furgone e l’hanno portata via”, questo quanto ha fatto scattare l’allarme. A dire ciò alcune studentesse al personale della propria scuola, che ovviamente ha deciso di allertare in fretta le forze dell’Ordine.
Immediata l’attività degli investigatori della polizia. Rintracciato il proprietario del furgone, la figlia è poi risultata essere presente in classe nell’orario prestabilito, accompagnata poco prima dallo stesso padre. Un falso allarme. Non è chiaro se le alunne abbiano fatto la segnalazione perché effettivamente convinte del rapimento o se abbiano agito in mala fede.
Nelle chat dei genitori della scuola e di altri istituti c’è stata una vera psicosi. Ad alimentare il tam tam la presenza di numerosi poliziotti che – una volta ricevuto l’allarme – hanno attivato i dispositivi previsti in situazioni di massima emergenza. A dare forza alle segnalazioni e ad alimentare le paure di mamme e papà, un numero di targa e la descrizione del veicolo segnalato dalle studentesse. Alcuni investigatori hanno cominciato ad aggirarsi nell’area della scuola qualificandosi e chiedendo se qualcuno avesse notato il furgone segnalato e quanto denunciato poco prima dalle due studentesse.
In molti sottolineano da tempo la pericolosità di alcune chat incontrollate di genitori allarmati per qualunque cosa. Una finta ordinanza di un sindaco calabrese, Domenico Giampà, è diventata virale qualche mese fa. Il primo cittadino di San Pietro Maida, in provincia di Catanzaro, ha rispolverato un vecchio documento finto in occasione dell’inizio dell’anno scolastico che prende in giro le mamme eccessivamente apprensive che intasano i gruppi WhatsApp per scambiarsi informazioni quasi compulsivamente.
Ecco lo spassoso contenuto della finta ordinanza, a cui molti, nonostante il chiaro intento sarcastico, hanno creduto. “Considerato, che la grande maggioranza di cittadini è in possesso di uno o più smartphone e che l’applicazione Whatsapp è installata sulla maggior parte degli smartphone in possesso dei cittadini; considerato, che la piattaforma Whatsapp può essere usata come uno strumento valido di comunicazione e scambio di messaggi e/o documenti soprattutto mediante lo strumento dei gruppi; constatato, altresì, che la gran parte dei genitori, in genere le mamme (alle quali spesso si aggiungono nonne e zie e maestre), ne fa un uso frequente, quotidiano e talvolta sconsiderato, soprattutto per comunicazioni riguardanti la scuola; preso atto, purtroppo che la gran parte dei messaggi scambiati in questi cosiddetti ‘gruppi mamme’, consiste in pettegolezzi, fake news, allarmismi, preoccupazioni eccessive, (dal graffio sottocutaneo alla tinta della copertina del quaderno, dalla pasta stracotta della mensa alle presunte temperature glaciali in classe, fino ad arrivare al terrapiattismo o a continue varianti del COVID); tenuto conto, che la possibile incertezza in materia di prevenzione sanitaria, di cui alla circolare del Ministero della salute dell’11 agosto 2023, potrebbe causare una esplosione di messaggi ed esternazioni in grado di confondere ancora di più la cittadinanza provocando dannose schizofrenie generali; constatato, purtroppo che, immancabilmente, immutatamente, eternamente la responsabilità viene imputata al sottoscritto (‘la colpa è sempre del Sindaco’); al fine di preservare la salute mentale degli studenti, del personale docente, dei genitori, costretti a sopportare le peggiori schizofrenie, e comunque della cittadinanza tutta, nonché del Sindaco stesso ordina: 1. Il divieto di utilizzo degli attuali gruppi medesimi, nonché il divieto assoluto dicreare nuovi cosiddetti ‘gruppi mamme’ o analoghi. 2. La violazione della presente ordinanza sarà punita con la sospensionedell’account Whatsapp fino al termine dell’anno scolastico e informa che avverso il presente provvedimento non è ammesso ricorso al T.A.R., perché contrariamente a quanto pensino le mamme, il Sindaco ha sempre ragione”.
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