Sarebbero circa 4.500 i pensionati che l’anno scorso hanno frequentato i corsi dell’Università popolare di Roma: è un modo, dice uno di loro interpellato da Vita.it, “per allenare mente e corpo. Sono nove anni che frequento l’Upter, quest’anno seguirò quattro corsi”.
E un’altra: “Ero interessata alla storia dell’arte, ma non avevo mai avuto il tempo di approfondire l’argomento e dunque ho scelto di frequentare il corso sull’arte romanica e poi quella precedente fino all’arte del ‘500 e del ‘600”.
C’è poi chi è interessato all’Islam e chi al mondo del vino dei sommelier ecc.
Ci si rende conto, in altre parole, che seguire dei corsi di materie che piacciono stimola ad approfondire non solo l’argomento di interesse, per cui frequentare l’università della terza età significa crearsi un’altra esistenza, un altro modo di vivere, di “partecipare alla vita”.
Infatti nell’inaugurazione dell’anno a Cagliari, il presidente Sergio Mattarella ha detto: “Rivolgo un augurio a quanti sono impegnati nelle numerose iniziative delle Università popolari e nelle Università della terza età. Svolgono una funzione preziosa a favore della collettività”.
E ha ragione, secondo quanto dicono coloro che Vita.it interpella: “Io l’ho sperimentato su di me quanto sia importante frequentare un’università della terza età. Tanti miei ex colleghi vivono la depressione della mancanza del lavoro, posso capirla. Secondo me, la soluzione è crearsi un interesse ed approfondirlo. Io trovo che la terza età sia una fase molto bella: si possono seguire pensieri liberamente, senza costrizioni, senza obblighi”.
Ma soprattutto, è importante mantenere allenata la mente.
Oggi Unitre, nata a Torino, ha 340 sedi, 10mila volontari e 80mila iscritti, è un mondo di partecipazione e voglia di mettersi in gioco per gli over65 con le loro potenzialità sopite o addirittura non ancora conosciute.
Unitre, che sta per Università della Terza Età o delle Tre Età, è un mondo accademico a tutti gli effetti, basato sul volontariato di tutti gli aderenti e ispirato all’universitas del Medioevo, la cui organizzazione faceva capo agli studenti e in cui i docenti prestavano la loro opera gratuitamente perché ritenevano il sapere un dono.
Non c’è un limite imposto dalla data di nascita registrata all’anagrafe, ma la stragrande maggioranza di chi siede tra i banchi è over65.
Lo schema, si legge sempre su Vita.it, delle lezioni è lo stesso da mezzo secolo, suddiviso in lectio, pausa e disputatio: ogni lezione dura 45 minuti, a cui seguono 15 minuti di convivialità e altri 60 minuti di informazione.
“Universitasnon vuol dire studio specializzato ma riunione di tutte le persone interessate all’argomento”, mentre sono due le linee portanti con le quali Unitre persegue i propri obiettivi: la cultura, in mano ai docenti, e l’Accademia d’umanità, in mano agli studenti, che non sono utenti passivi che ascoltano le lezioni e tornano la volta dopo, ma sono associati che vengono sollecitati a partecipare alla vita dell’Unitre.
Ogni Unitre è autonoma dal punto di vista della direzione didattica, dell’organizzazione sociale e burocratica e i docenti, i collaboratori degli uffici di segreteria e gli assistenti arrivano a 8-10mila volontari.
È anche importante sapere che i due terzi degli iscritti sono over70, mentre i restanti si suddividono tra ultra 90enni e giovani pensionati.
A questo riguardo importante quanto dichiara un docente: “Sono stato insegnante e poi preside, la scuola è stato il mio mondo per oltre 40 anni: dare il mio contributo all’università della terza età è stato uno sbocco naturale”.
E un’altra prof: “Ho insegnato fino a quando avevo 47 anni, poi ho conosciuto una coppia impegnata all’Università della Terza Età. Mi hanno coinvolta e mi sono trovata sul podio di una grande aula a tenere la mia prima lezione di Storia”
E se l’anno accademico all’Università della Terza età di Torino ha in cantiere 173 corsi, la dirigenza punta a 4mila iscritti.
Le lezioni si svolgono da novembre a maggio e ogni docente aderisce con un volontariato di 12 incontri, due ore l’uno, a cadenza quindicinale.
Qual è il segreto della Unitre? Il feeling che si crea tra docenti e allievi non è soltanto per la cultura ma anche per i legami di è amicizia vera e sociale. e infatti assomiglierebbe a “un gioco intellettuale, dove tutti ci buttiamo con il sorriso. L’unica regola è non barare”.
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